martedì 5 settembre 2017

Don Elia. Come si riforma la Chiesa?




Don Elia  (2 settembre 2017)


Quoniam non intellexerunt opera Domini et in opera manuum eius, destrues illos et non ædificabis eos (Sal 27, 5).

Nella Vulgata non è un’imprecazione, ma una costatazione di dolente preveggenza. Quanti non hanno compreso le opere del Signore, né sono penetrati in esse con l’intelletto, saranno da Lui distrutti piuttosto che edificati, cioè abbandonati al vuoto da loro scelto e all’inconsistenza dei loro vaneggiamenti. Purtroppo questo risultato, anche prima del giudizio finale, è già visibile nella condotta di molti chierici, che sfigura il volto della Chiesa militante e ne destituisce la credibilità dell’annuncio. La “fortuna” è che, finché siamo quaggiù, possiamo ancora cambiare, con la grazia di Dio. Chi scrive lo riconosce con umiltà e gratitudine: la consacrazione alla Madonna, compiuta per la prima volta diciotto anni fa, ha portato frutti che mai avrebbe immaginato. È tuttavia necessario che ogni ministro prenda coscienza del bisogno che ha di essa per corrispondere alla volontà di Dio e che faccia la scelta di realizzarla.


Il seminario, pur appellandosi ossessivamente alla Parola, non ci ha formati in base al Vangelo, ma ci ha incastrati in uno stampo che corrispondeva alla visione del rettore di turno, ai suoi chiodi fissi e alle sue affinità elettive. Così, a seconda dell’ambiente in cui ci siamo formati, siamo venuti fuori con un tipo diverso. Il più comune sembra quello di un uomo che si gode la vita da buon viveur e propone un cristianesimo bonario, rilassato e gaudente in cui preghiera e penitenza sono termini del tutto desueti. Di riparazione ed espiazione vicaria, neanche a parlarne: Dio è misericordia e perdona tutto con un colpo di spugna, come recita un mantra che non è certo comparso solo quattro anni fa. Un altro ripete che Dio ti ama così come sei (ma proprio perché ti ama – bisognerebbe aggiungere – non ti lascia così come sei, egoista e peccatore, giacché in questo modo il Suo amore rimane senza frutto e rischi di dannarti; se invece lo riconosci e, con il Suo aiuto, ti decidi seriamente a cambiare, la grazia ti trasformerà e potrai addirittura farti santo).


Questa immagine del prete è quella che si impone in molte attività estive con giovani e ragazzi, che purtroppo ne escono spesso ancor più diseducati e corrotti, se mai ce ne fosse bisogno. In molti casi, tuttavia, a ciò che soddisfa l’interesse immediato della natura decaduta si somma qualcosa di più nobile, conformemente agli orientamenti del Pastore: può essere una forma di preghiera che titilla l’emotività e il sentimentalismo senza nemmeno scalfire coscienze assuefatte al peccato grave… oppure una riflessione esistenziale con cui si contempla il proprio ombelico alla ricerca del senso della vita, dimentichi di quello che il Creatore e Redentore già le ha impresso… oppure ancora un servizio volontario che nasce da motivazioni puramente ideologiche e si restringe all’ambito strettamente materiale, come se il bisogno principale dell’uomo non fosse quello di conoscere la verità e di trovare la via della salvezza eterna (che – detto per inciso – è una sola ed è quella che noi cristiani, per grazia, conosciamo e ci sforziamo di seguire).


La “forma” assunta da un prete si riconosce da ciò che propone. Non ne parlo per il gusto di criticare o con spirito di superiorità, essendo debitore a Dio più di chiunque altri. È l’esperienza di san Paolo: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua longanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna» (1 Tm 1, 15-16). Scrivo con dolore e speranza al tempo stesso. I falsi maestri ci hanno deformati interiormente, ma la consacrazione al Cuore immacolato di Maria può operare veri miracoli. Per questo vi chiedo di raccomandarla ai vostri sacerdoti con audacia e convinzione; se vi ascoltano, ve ne saranno grati per tutta l’eternità, come io lo sono alla parrocchiana che, mossa da un’ispirazione divina, senza saper nulla della mia situazione me ne parlò per la prima volta in un momento esiziale della mia vita, nei primissimi anni di ministero… e la Madonna mi preservò dalla rovina morale e spirituale.


Il più grosso ostacolo che impedisce a un sacerdote moderno di abbandonarsi all’opera plasmatrice dello Spirito Santo per le mani dell’Immacolata è il suo attaccamento alla propria visione del mondo e della Chiesa, che si frappone tra la sua coscienza e la realtà pura e semplice. L’opera di Maria consiste dunque anzitutto nel riportarci dolcemente alla realtà, dissolvendo a poco a poco i filtri intellettuali con cui la guardiamo e abilitandoci di nuovo a quella conoscenza diretta che nei bambini è ancora intatta. La capacità di cogliere l’evidenza del reale ci riserva molte sorprese, sia sul piano naturale che su quello soprannaturale. La falsa scienza e la cattiva teologia sono filtri che oscurano l’intelletto e lo privano delle sue potenzialità originarie, già compromesse dal peccato originale. Ma quale meraviglia quando la mente si riapre alla luce, liberata dalle bende che le sono state imposte con il pretesto di renderla adulta!


Non saper leggere dentro le opere di Dio è la peggiore delle povertà. L’uomo, fatto a Sua immagine per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita e goderlo eternamente nell’altra, si rattrappisce in una miseria degradante, diventando progressivamente insensibile al Vero, al Buono e al Bello e riducendosi di conseguenza a gustare con avidità quanto c’è di più ripugnante e vergognoso… Ecco la radice della corruzione del clero, che – secondo le parole attribuite alla Vergine da Mélanie Calvat, la veggente della Salette – sarebbe diventato una cloaca di impurità. Gesù, mio Dio, come devi aver sofferto con tua Madre davanti a questo triste spettacolo, contemplato dall’alto della croce…! Pur essendo nella gloria, sulla terra voi continuate entrambi a soffrire e a versare lacrime di sangue, sia perché la vostra Passione continua nelle membra del Corpo mistico, sia perché le vostre sofferenze hanno un valore eterno, permanente, e diventano presenti in ogni Messa.


Sacerdote, fratello mio, ascolta l’appello di uno che si è visto salvato da Cristo per mezzo di Maria. Consàcrati al Suo Cuore immacolato e, dovunque tu sia, anche in fondo a una pozza di fango, fatti prendere per mano da Lei: sarà il trionfo della grazia, purché tu faccia la tua parte per combattere il peccato e cooperare con essa. Non si cambia la Chiesa con piani pastorali fatti a tavolino o verbosi progetti educativi che rimangono regolarmente lettera morta. Comincia dal riformare te stesso, pregando, digiunando e correggendo con fermezza quanto nel tuo stile di vita non è gradito a Dio. Non ci vogliono libri o dottorati, ma molta umiltà e perseveranza; libri e dottorati, eventualmente, saranno utili nella misura in cui ti aiuteranno a conoscere meglio Gesù in Maria e a conformare la tua esistenza alla Loro. Quanto ai testi nocivi, che non sono in continuità con la sana Tradizione, gettali via senza ripensamenti. Non è devozionalismo fuori moda: i Cuori di Gesù e Maria sono un libro senza fine che vale più di tutti i corsi e le conferenze che potrai mai seguire.





Pubblicato da Elia 











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