È tutto tranne che "folle", "cieca" o "insensata" – come continuano a dire tanti tremebondi uomini di Chiesa – la violenza che colpisce soprattutto in Francia e in Germania, l'ultima volta questa mattina in una chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray in Normandia, con l'anziano sacerdote sgozzato come un agnello, durante la messa.
 
Quasi sempre la rivendicazione è esplicita, da parte dello Stato Islamico. E anche le indagini accertano l'effettivo legame tra i terroristi e il califfato. Ciò che impressiona è la condizione di vita quasi sempre non "oppressa" degli assassini, né poveri, né emarginati, né umiliati. Anzi, apparentemente ben integrati nella società circostante.
 
Il caso della Germania è esemplare. Ed è a partire da questo stato di cose che l'islamologo gesuita Samir Khalil Samir muove la sua analisi degli ultimi atti omicidi ad opera di islamisti, pubblicata stamane su "Asia News":
 
 
 
Padre Samir insegna presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma, di cui è stato anche rettore ad interim, e durante l'estate vive e opera in Germania. Negli anni di Benedetto XVI fu l'islamologo più ascoltato in Vaticano.
 
Ecco la parte finale della sua analisi.
 

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È FALSO DIRE CHE "L'ISLAM È UNA RELIGIONE DI PACE"

 
 
di Samir Khalil Samir S.I.
 
Nel caso della Germania, tutti sono stupiti: ha accolto un milione e più di migranti e li tratta piuttosto bene. Un centro di rifugiati vicino a casa mia funziona benissimo: i bambini vanno a scuola, ricevono sovvenzioni, gli adulti vano a scuola di tedesco la sera…
 
Il cambiamento repentino fra questi giovani musulmani è una novità.
Ora la critica verso Angela Merkel è fortissima e tutti la criticano per la sua generosità nell’accoglienza. Forse la situazione sta cambiando: finché erano poche migliaia, l’integrazione era qualificata. Ora che i rifugiati sono diventati centinaia di migliaia, forse il programma di integrazione non tiene più.
 
Tanti tedeschi dicono che è in crisi il progetto di integrazione perché il numero dei migranti è stato troppo grande. Voglio dire però che paragonandola con il resto dell’Europa, la Germania era davvero un modello nello sforzo di integrare gli immigrati.
E ancora oggi la soluzione è l’integrazione, non il rifiuto dei migranti.
 
Purtroppo però l’islam fa fatica a integrarsi perché ha una cultura in molti punti opposta a quella attuale dell’occidente. Dal punto di vista religioso, sociale, dei rapporti uomo-donna, in rapporto al mangiare… è un sistema completo. Che la religione sia diversa, questo non è un problema. Ma il fatto è che nell’islam la religione è legata a un sistema politico, sociale, culturale, storico, di costume, che influenza tutto: il vestire, il dar la mano a uno o all’altra, le relazioni sociali….
Sono tutte cose che rendono difficile assimilare le idee dell’occidente.
 
In passato, quando vi erano nordafricani che arrivavano in Europa, essi erano già un po’ secolarizzati, o perché avevano subito la colonizzazione francese e per lo stile imposto dai loro capi in Tunisia e in Algeria, o perché erano berberi, etnie locali che si rifiutavano di definirsi “arabi”.
Oggi invece, l’influsso radicale e islamista che propone un mondo diverso in tutti gli aspetti, rende l’integrazione molto più difficile.
 
Se si mantiene la posizione islamista (Fratelli musulmani, salafiti, ecc…) l’integrazione è difficile. Ma se si accetta di essere musulmani aperti, che vogliono anche imparare dalla società occidentale, allora è possibile. Una volta era così: la società occidentale era considerata un modello per lo sviluppo e l’emancipazione. Oggi invece è il contrario: per molti musulmani la società occidentale è da rigettare. E intanto si crea un nuovo modello islamico o islamista (fondamentalista).
Per il nostro secolo questo è un grande conflitto.
 
Si deve anche avere il coraggio di dire anche che l’islam ha elementi di violenza nel Corano e nella vita di Maometto. Se invece si continua a dire che “l’islam è una religione di pace”, creiamo solo confusione e mistificazione.
 
Ieri riascoltavo un discorso della premier britannica Theresa May, quando non era ancora premier – tre anni fa – in cui, in un incontro con musulmani ripete mille volte: “L’islam è una religione di pace! Non c’è nel Corano un solo versetto di violenza!”. E riceve l’applauso entusiasta dei presenti. Tutto questo è incredibile: è un tentativo di minimizzare il problema. E questo avviene anzitutto da parte dei capi politici europei, più che dalla popolazione.
 
Perché fanno questo? Per avere i voti delle comunità islamiche. Anche in Francia è così: da alcuni anni in Francia il governo può donare terreni per moschee e centri islamici con affitti gratuiti per 99 anni. Così stanno riempiendo la Francia di moschee finanziate da Paesi che sostengono il terrorismo. Fra i politici c’è una perdita del senso morale, dato che sono disposti a tutto pur di accumulare voti. E c’è anche un pizzico di ignoranza: nessuno direbbe che nel Corano non vi sono versetti violenti!
 
Ignoranza e perdita di senso morale sono una miscela esplosiva.