mercoledì 30 novembre 2016

Cardinale Bagnasco: “Il sacerdote non è un operatore sociale ma è l’uomo di Dio”





Cardinale Bagnasco: “L’Occidente sta perdendo la dimensione mistica del Vangelo
28 novembre 2016


Omelia del Cardinale A. Bagnasco - Duomo di Genova, domenica 27.11.2016
in occasione delle
ordinazioni sacerdotali.


“Se non si conosce Dio, non si può neppure conoscere Gesù. Lo si riduce a un saggio, a un politico, a un martire, un visionario, ma non si riconosce il redentore del mondo. Allora la Chiesa non è più mistero e sacramento ma diventa una realtà sociologica opera di uomini soggetta alle categorie del mondo: il numero, il potere il consenso, le organizzazioni”.

Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia pronunciata ieri pomeriggio, nella cattedrale di San Lorenzo, in occasione della Messa per le ordinazioni presbiterali (due i sacerdoti ordinati).

“Ma – ha aggiunto il card. Bagnasco – la Chiesa non è umanamente attraente perché Dio vuole convertire, non sedurre. Divenire cristiani non è una adesione ma una conversione perché Dio, prima di essere il nostro bene è la nostra origine, la possibilità e la consistenza del nostro essere. Solo dopo è anche il destino della nostra anima”. E questa, ha aggiunto “è la questione delle questioni” perché riguarda “la salvezza eterna dell’anima”. Ma “quando si perde il senso dell’eterno, allora l’anima si identifica con le cose che incontra e consuma”.

“Il sole di Satana che vuole sedurre le anime vuole far credere che il proprio del cristiano è l’attività ma questo svuota la memoria di Dio e della sua grazia. L’uomo si trova da solo con sé stesso solo anche se dentro ad una collettività che però è altro della comunità dei discepoli”. Di qui l’invito all’adorazione perché “adorare non è un fare, è un non fare, per lasciarsi fare da Cristo e questa è la dimensione mistica del Vangelo che l’Occidente sta perdendo e per questo, più si danna nel fare, più sprofonda nell’angoscia della sua impotenza di senso”.

Il sacerdote non è un operatore sociale ma è l’uomo di Dio”.

“Oggi – ha detto ai due ordinandi – siete costituiti maestri di fede ma per essere tali dovrete essere uomini di fede, dovrete ragionare non secondo le categorie del mondo ma secondo quelle di Cristo, quelle della Pasqua di morte e resurrezione, della croce gloriosa. Separare queste categorie significa non capire più nulla dell’esistenza umana della storia dell’universo.

La vita pastorale non potrà mai essere preghiera se non vi sono nella vita del prete spazi personali di preghiera dove il vostro cuore umano parla al cuore divino.

Il mondo sta male perché perde il contatto con la realtà sempre di più. Crede che tutto si riduca a ciò che vede e tocca a ciò che può misurare mentre la realtà è molto più grande. Ciò che è invisibile è più concreto e importante di tutto ciò che vediamo. 

Questa miopia spirituale può colpire anche noi sacerdoti e pastori. Nessuno può considerarsi esente da questa miopia che può progredire con l’età. Per questo è necessaria l’adorazione che marca la differenza tra Dio e l’uomo, riconosce che solo Dio è Dio e non noi e così tornano al loro posto i giudizi e le scelte”.














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