martedì 6 settembre 2016

Il "caso" dei Francescani dell'Immacolata. A che punto siamo?


 




6 settembre 2016

Sul cambiamento di approccio in ordine al carìsma dei FI, come sui nuovi indirizzi per la vita religiosa, strettamente interconnessi (nuovo documento Vultum Dei quaerere), vedi qui - qui - qui - qui.
Per chi fosse interessato, cfr. Indice articoli sulla discussa vicenda.


L’immagine dei due fondatori campeggia ancora sul sito dei F.I., nonostante si stia cambiando anche il carisma dei F.I.
È passato molto tempo, ma cosa sia davvero successo ai Francescani dell’Immacolata non è ancora per nulla chiaro.
Sembra di capire che, dopo la morte del commissario Volpi, padre Alfonso Bruno abbia subito un certo ridimensionamento, forse causato dalla palese infondatezza di talune accuse.
Intanto in Brasile e nelle Filippine sono state emesse le prime professioni, senza fare il voto di Consacrazione all’Immacolata. Esso è stato sostituito da una semplice manifestazione di disponibilità ad andare in missione.

Il cambiamento tocca le fondamenta del carisma dell’istituto elevato allo status di diritto pontificio ed approvato nelle sue Costituzioni da san Giovanni Paolo II.

Soprattutto ci si chiede: stava qui, il problema? E se non stava qui, perchè imporre una simile modifica al carisma originario?

Si discute sulla liceità della portata del cambiamento. Tra i canonisti c’è chi sostiene non sia lecito operare il mutamento e chi ritiene il contrario. Anche in questo secondo caso si discute sulla legittimità del provvedimento: c’è chi ricorda che i cambiamenti che afferiscono parti fondamentali delle Costituzioni, come in questo caso, possono essere posti in essere solo dal Capitolo Generale e altri che pensano di no.

Alcuni frati, appresi i cambiamenti, vogliono uscire dall’Istituto. Non vogliono abbandonare la forma di vita che prevede il Voto di consacrazione illimitata all’Immacolata quale primo voto, dal quale scaturiscono gli altri tre voti, di obbedienza, povertà e castità. Semina sconcerto la mancanza di collegamento tra l’abolizione del voto in questione e i motivi iniziali del commissariamento.

Corre voce che questi provvedimenti saranno ratificati anche nel ramo femminile, provocando un grave problema di coscienza nelle religiose che hanno promesso fedeltà al carisma approvato dalla Chiesa, in particolare da San Giovanni Paolo II.

Stanno per chiudere anche il convento di Firenze e con questo è il 15° che è soppresso, dal commissariamento ad oggi.

Nel ramo maschile ci sono circa una sessantina di domande di dispensa presentate, ma restano inspiegabilmente bloccate.

I nuovi provvedimenti della Congregazione dei religiosi impediscono ai vescovi di accogliere nuove famiglie religiose, senza una speciale approvazione da parte del Vaticano. Si tratta di una prerogativa che da sempre era pacifico possesso dei singoli vescovi.

Tale centralizzazione da parte di Roma, perciò, è in netta controtendenza rispetto alla “decentralizzazione” in atto su altri livelli, non ultimo quello dell’annullamento dei matrimoni, e del preteso accesso ai sacramenti di coppie conviventi. Ma in perfetto accordo con quanto rilevato da molti vescovi vicini a Francesco, sulla rivista progressista il Regno: oggi si parla tanto di sinodalità e collegialità, ma non si era mai visto una tale concentrazione di poteri in mano a Roma.

La domanda, in conclusione, è questa: in programma una federazione delle Congregazioni religiose, con formazione comune per tutti i diversi Ordini religiosi e relativi carismi. Si va verso l’appiattimento di tutti i carismi, in una sorta di sincretismo della vita religiosa? [Fonte]





 Pubblicato da mic 



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