domenica 31 luglio 2016

Se l'angelo custode conosce i nostri pensieri e se è possibile invocare l'angelo di altri

 

 

 
 
San Tommaso risponde indirettamente e in maniera soddisfacente alla tua domanda quando si chiede “se gli angeli conoscano i segreti dei cuori”.

Risponde così: “Il pensiero del cuore può essere conosciuto in due modi.
Primo, nei suoi effetti. E in tal modo può essere conosciuto non solo dall'angelo, ma anche dall'uomo: e con una penetrazione tanto più acuta quanto più tali effetti sono occulti. Talora infatti si conosce il pensiero non solo da un atto esteriore, ma anche da un semplice cambiamento del volto; i medici poi possono conoscere dal polso certe affezioni dell’animo. E molto più gli angeli, nonché i demoni avendo essi una percezione più acuta delle occulte perturbazioni dei corpi.
Per questo S. Agostino (De divinat. daem. 5) fa osservare che i demoni “talora con tutta facilità percepiscono le disposizioni degli uomini, non solo quelle espresse con le parole, ma anche quelle che, essendo concepite solo col pensiero, l'animo esprime nel corpo con qualche segno». Tuttavia nel libro delle Ritrattazioni [2, 30] aggiunge che non si può affermare in che modo ciò avvenga.

Secondo, si possono conoscere i pensieri in quanto si trovano nell'intelletto, e gli affetti in quanto si trovano nella volontà. E in questa maniera solo Dio può conoscere i pensieri del cuore e gli affetti della volontà. E ciò perché la volontà razionale è soggetta soltanto a Dio, ed egli solo può operare in essa, essendone l'oggetto principale quale ultimo fine, come si vedrà meglio in seguito [q. 105, a. 4; q. 106, a. 2; I-lI, q. 9, a. 6]. Quindi tutto quanto si trova nella volontà o che dipende esclusivamente da questa, è noto soltanto a Dio. Ora, è evidente che pensare in maniera attuale a una data cosa dipende dalla sola volontà: poiché quando uno ha l'abito della scienza, o possiede delle specie intelligibili, se ne serve quando vuole. Quindi l'Apostolo [1 Cor 2,11] insegna: «Chi conosce i segreti dell'uomo, se non lo spirito dell'uomo che è in lui?» (Somma teologica, I, 57, 4).

Dunque gli angeli, mentre non possono leggere direttamente dentro la nostra intelligenza (perché qui penetra solo Dio), possono però leggere nei nostri sensi interni, e cioè nella nostra immaginazione e nella nostra memoria. Sicché possono conoscere le preghiere che esprimiamo interiormente senza farle accompagnare dalla labbra, perché risuonano nei nostri sensi interni, come avviene quando pronunciamo una preghiera, con una parola dietro l’altra, senza farla uscire dalle labbra.

Penso dunque che la risposta sia chiara.
Ci si può chiedere anche se uno possa pregare l’Angelo custode di un altro. Questo è possibile! S. Francesco di Sales esorta a farlo. Anzi lui stesso esortava i predicatori a pregare l’angelo custode di coloro che li avrebbero ascoltati per disporre i loro animi ad accogliere il buon seme della predicazione. La stessa cosa possono fare i genitori con i propri figli e gli insegnanti con i loro alunni.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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