domenica 26 giugno 2016

La Chiesa che si condanna alla peggiore mondanizzazione

ROMA 10-4-2010
CEI 
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA 
Forum Nazionale dei giovani verso la 46¡ Settimana Sociale nel quale incontrare i giovani delegati che andranno a Reggio Calabria
NELLA FOTO :
 S.E. ARRIGO MIGLIO - 
PH: CRISTIAN GENNARI 

Sono tempi, questi, in cui sentiamo “belle parole” contro la ricchezza, contro le tentazioni di potere che minaccerebbero tanti ambienti ecclesiali… Eppure, mai come in questi tempi, la Chiesa, dai vertici fino al basso, sta patendo la peggiore mondanizzazione che possa esistere.
 
 
di Corrado Gnerre (24-06-2016)
 
Ho ascoltato la breve, ma incisiva, omelia di don Pusceddu. Omelia ormai diventata famosa perché, “sbattuta” sui media, ha provocato una tale reazione che si parla ormai di oltre 30.000 firme rivolte a papa Francesco affinché si prendano provvedimenti contro il sacerdote.
 
Ebbene, l’omelia* (come potete aver modo di ascoltare), non ha nulla di scandaloso, è condivisibile, e soprattutto risponde pienamente a quello che deve essere il dovere di ogni cattolico, in particolar modo di ogni sacerdote e pastore: predicare la Verità e difendere il gregge da lupi che vorrebbero diffondere gli errori più nefasti.
 
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Intanto il vescovo di Cagliari, monsignor Miglio, è intervenuto, ma non per difendere il sacerdote come era suo dovere, bensì per imporgli il silenzio.
 
Un atto del genere non solo è un tradimento alla Verità, ma è un ulteriore segno di una pericolosissima deriva, che sembra ormai inarrestabile nella Chiesa contemporanea. Mi riferisco alla deriva di una completa “mondanizzazione”.
 
Sono tempi, questi, in cui sentiamo “belle parole” contro la ricchezza, contro le tentazioni di potere che minaccerebbero tanti ambienti ecclesiali… Eppure, mai come in questi tempi, la Chiesa, dai vertici fino al basso, sta patendo la peggiore mondanizzazione che possa esistere.
 
La mondanizzazione più pericolosa, infatti, non è farsi condurre da un’auto di lusso né tantomeno soggiornare tra arazzi e dipinti rinascimentali, bensì “acconciarsi” alla mentalità del mondo, aver paura del suo giudizio e ridursi al silenzio. Ubbidire al mondo, piuttosto che lavorare per la sua salvezza.
 
Ma è mai possibile che non si riesce a capire che con questo atto monsignor Grillo non costringe al silenzio un suo sacerdote ma se se stesso?
 
Scrivo queste cose nella festa di san Giovanni Battista e mi chiedo: cosa farebbe monsignor Miglio se avesse tra i suoi il Battista, ridurrebbe anch’egli al silenzio?
 
San Giovanni Battista la cui predicazione era troppo “escludente”. San Giovanni Battista che non sapeva giudicare tenendo presente i casi particolari. San Giovanni Battista che pretendeva ammonire l’errante e rammentargli il triste destino della dannazione eterna. San Giovanni Battista espressione di un cristianesimo troppo “ideologico”, “rigoroso”, poco “misericordioso” e “integrista”.
 
Ma dove stiamo andando?
 
Che il Signore e Maria Santissima ci rendano quanto prima la grazia di far sì che nella loro Chiesa possa risplendere pienamente – e senza vergogna alcuna! – la Verità nella sua bellezza e integrità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
* [NdR.] Don Pusceddu ha citato, durante l'omelia, il seguente brano di San Paolo Apostolo ai Romani:
 
[24]Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, [25]poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
[26]Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. [27]Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. [28]E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, [29]colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, [30]maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, [31]insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. [32]E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.  
 
 
 
 
 

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