domenica 27 dicembre 2015

Siamo in 20.000, noi del Summorum Pontificum!



 
 
 
 
Enrico Roccagiachini
 
Ieri la pagina facebook del Pellegrinaggio Internazionale del Populus Summorum Pontificum ha raggiunto i 20.000 "mi piace". Si tratta di un numero che parrà irrisorio a chi volesse confrontarlo con quello dei personaggi di forte impatto mediatico (i divi rock viaggiano tra le centinaia di migliaia e le decine di milioni), ma che per noi, abitanti di quella vera periferia della Chiesa ove si coltiva con fede, amore e spirito di sacrificio la veneranda liturgia tradizionale, rappresenta una consolazione ed un incoraggiamento.
 
Una consolazione, perché possiamo azzardarci a ritenere ormai consolidato un trend che non abbandona la pagina sin dal suo esordio, il 27 maggio 2013: silenziosamente, senza che quasi ce ne accorgessimo, il numero degli amici è cresciuto secondo un ritmo sostanzialmente costante, che ancor oggi - nonostante tutta l'acqua che è passata sotto i ponti in questi ultimi 31 mesi (e, nella Chiesa, di acqua ne è scorsa davvero tanta!) - non accenna a diminuire. Come non pensare alla nota immagine della foresta che cresce silenziosamente, senza clamore, senza scoop, senza salti rivoluzionari; e che per questa ragione appare sempre più forte e, soprattutto, potenzialmente sconfinata?
Mi piace ricordare un'illusione che in tanti, probabilmente basandoci sulla nostra personale esperienza, abbiamo coltivato quando la Provvidenza, mediante il grande Benedetto XVI, ci donò il Motu Proprio: l'illusione che la Messa di sempre, una volta liberalizzata, avrebbe conquistato in men che non si dica le nostre comunità, le nostre parrocchie, le nostre diocesi. Chi mai avrebbe potuto non innamorarsene all'istante, come noi ce ne siamo spiritualmente innamorati? E, già che ci sono, lasciatemi dire di quale innamoramento si tratta: non di una moda, non di uno sfizio estetico o intellettualistico, non di una bandiera ideologica; ma di un innamoramento spirituale, che si nutre della vera fede cattolica e ancor più la nutre e la fortifica.
Ebbene, quell'illusione è presto svanita, ma per lasciare il posto ad una ben più confortante certezza: che accostarsi alla liturgia tradizionale non è un fatto superficiale, ma una tappa fondamentale della crescita spirituale di ciascuno. Una crescita che richiede tempo, fatica, dedizione. Una battaglia spirituale alla quale siamo chiamati. La Messa di sempre non vincerà per esplosione (non è e non sarà un fuoco di paglia, come pensano molti di coloro che per ora la tollerano, solo perché "dura minga, dura no"), ma per lenta quanto inarrestabile maturazione nelle coscienze e nella vita spirituale dei fedeli.
In tutto questo, il Pellegrinaggio Internazionale Summorum Pontificum ha avuto un ruolo fondamentale, e la storia della sua pagina Facebook lo testimonia indirettamente: il ruolo di portare nel cuore della cattolicità, presso la tomba dell'Apostolo, ogni anno, il popolo del Summorum Pontificum. E di dimostrare che quel popolo, che tanti vorrebbero relegato ai margini della Chiesa, non si sente però un popolo di alieni o "di serie B", anche se come tale viene spesso trattato; al contrario, sa di essere una componente viva e vitale della Chiesa, e ha sperimentato che ciò non viene meno col mutare delle circostanze, col succedersi dei pontificati, con l'eventuale (e, purtroppo, frequente) incomprensione - per non dire ostilità - dei pastori. Se c'è chi potrebbe affermare a ragione "noi siamo Chiesa", senza timore di vantarsene abusivamente, è il Popolo del Summorum  Pontificum!
Ma il traguardo raggiunto dalla pagina Facebook del Pellegrinaggio è anche un incoraggiamento: non solo a non sentirci un popolo disperso, una specie di arcipelago di isole più o meno felici, convinte di potersi sviluppare solo rimanendo, appunto, isole tentate dal reciproco disinteresse; ma soprattutto a sentirci chiamati, nella consapevolezza della nostra pochezza (siamo tutti, sempre, servi inutili), a un'opera di apostolato che, nelle attuali condizioni della Chiesa, non può più essere solo liturgico - anche se la liturgia, la S. Messa, sono il cuore, il fulcro, la scaturigine di tutto - ma deve coprire ogni espressione della fede cattolica. Abbiamo il compito di dimostrare che l'esperienza della Tradizione si può e si deve fare, perché è l'esperienza vincente, lo strumento potente della nuova evangelizzazione.
Un evento tutto sommato così banale, dunque, come il pur consistente traguardo numerico di una pagina facebook, ci esorta ad armarci con rinnovata fiducia delle nostre armi più forti: la dottrina, i sacramenti, la preghiera, in particolare il S. Rosario. I prossimi 10.000 "mi piace" ci trovino impegnati con sempre maggior vigore nella buona battaglia!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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