giovedì 3 dicembre 2015

Ratzinger e Papini: il rischio di giubileo senza il senso del peccato. Ogg più che mai attuale.

 

di Joseph Ratzinger

Così si possono meglio gustare le profonde e nello stesso tempo amare costatazioni che Giovanni Maria Vian trae dal commento dello scrittore italiano Giovanni Papini, sull’anno santo 1950.
 
Scrive l’autore sopra citato:
 
Alla vigilia dell’anno santo e poco dopo la sua apertura Giovanni Papini, che nel 1925 aveva delineato la necessità delle quattro riconciliazioni giubilari (con Dio, tra i cittadini, tra i popoli, tra i cristiani), s’era interrogato, pessimisticamente ma con riflessioni incontestabili, sull’assenza del senso del peccato, indispensabile per un’autentica celebrazione giubilare:
 

“Quanti saranno, tra gli innumerevoli pellegrini a tariffa ridotta, incamminati verso le tombe degli apostoli, che sentiranno davvero, nel fondo più profondo dell’anima, il morso e il pungolo del peccato? Voglio sperare che sian molti anzi che siano i più. Ma non è pur da temere che molti dei sedicenti pellegrini, cresciuti in un mondo che sempre più dimentica o ignora il senso del peccato - siano soltanto dei bravi turisti che col pretesto dell’Anno Santo voglion vedere o rivedere, con modica spesa, la famosa Roma e la bella Italia?”.

 
E in un altro scritto sul giubileo, constatando che “moltissimi, troppi, ne discorrono come se dovesse essere una fruttuosa stagione turistica, un pretesto di viaggi comodi e a buon mercato, una specie di fiera cosmopolita rallegrata dagli svaghi dei peregrinanti e dai guadagni degli ospitanti”, lo scrittore cattolico concludeva che “nell’animo di qualche solitario e forse intempestivo cristiano rimane l’impressione - malinconica impressione - che sia deformato o perduto, nei più, l’altissimo significato, catartico e mistico, dell’Anno Santo.
 
Essi temono, forse a torto, che il rito giubilare, stabilito per placare il dolore dei peccati, si tramuti, nella sarabanda degli interessi e degli agi moderni, in una vasta speculazione turistica, in una specie di kermesse euforica e mammonica. A codesti dubitosi cristiani si può rispondere che Dio soltanto vede, scruta e scandaglia il fondo delle anime. Anche questa volta, nei brulicanti stuoli dei gai pellegrini, Egli saprà riconoscere i Suoi”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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