venerdì 20 novembre 2015

Resoconto della festa di San Salvatore alla Badia di Vaiano



 Pubblichiamo il gradito resoconto della festa di San Salvatore alla Badia di Vaiano di domenica 15 novembre 2015, che ci ha inviato Adriano Rigoli, Coordinatore Museo della Badia di Vaiano, con una breve spiegazione delle ragioni storiche di tale festa "orientale" a Vaiano, segno di come i contatti con l'Oriente siano antichi e profondi e non siano stati sempre scontri (come spesso accade oggi). Un segno di speranza anche nell'attuale situazione mondiale.



di Adriano Rigoli

Domenica 15 novembre nell'antica chiesa romanica dell'abbazia di Vaiano, dedicata al Salvatore, è stata celebrata la santa Messa in rito romano antico in Latino, in occasione della festa titolare di San Salvatore, come accade ormai per l'ottavo anno consecutivo.
La festa è stata istituita nuovamente nel 2008 in occasione delle manifestazioni, con la partecipazione dell'Abate generale di Vallombrosa don Giuseppe Casetta, per il bicentenario della soppressione napoleonica del monastero benedettino vallombrosano di Vaiano, avvenuta nel 1808.
E infatti la festa di San Salvatore, come è stato dimostrato da un accurato studio di Adriano Rigoli basato sia sui documenti scritti che sui reperti archeologici,  è legata proprio alla fondazione nell'alto Medioevo e all'origine del monastero di Vaiano: sarebbero stati infatti alcuni monaci orientali, che venivano dal Libano, a portare a Vaiano la devozione al crocifisso miracoloso di Beirut per convertire al Cristianesimo i vari gruppi di Longobardi, di origine germanica, che si erano stabiliti in Val di Bisenzio e a Vaiano in maniera particolare, dove sono state rinvenute circa 40 tombe negli scavi archelogici degli anni passati e i resti di un villaggio abitato con una piccola chiesa a navata unica altomedievale.
 
Proprio per questo alla fine della Messa in Latino, accompagnata dagli antichi canti gregoriani e dal suono dell'organo, è stata mostrata e data al bacio dei fedeli la reliquia del sangue miracoloso sgorgato dal Crocifisso di Beirut, conservata per secoli dai monaci di Vaiano.
Nel chiostro rinascimentale della Badia di Vaiano, dovuto al mecenatismo mediceo di Carlo e Giovanni de'Medici (poi Papa Leone X), in occasione dei recenti restauri è stato ritrovato un bellissimo affresco della fine del Cinquecento in cui è rappresentata proprio la scena del miracolo del Crocifisso di Beirut: in esso si vede un Vescovo che regge in mano un crocifisso da cui sgorga un fiotto di sangue e, inginocchiati ai suoi piedi, si vedono un gruppo di malati, guariti istantaneamente al contatto con il sangue miracoloso.
Tutti i visitatori possono vedere questo importante affresco per la storia stessa del territorio di Vaiano perché è inserito nel percorso espositivo del Museo della Badia di Vaiano. L'affresco è stato attribuito da Adriano Rigoli, Coordinatore del Museo della Badia di Vaiano, al pennello di Giovanni Maria Butteri, allievo del Bronzino e amico dell'Allori, che ha dipinto altri due quadri visibili ancora oggi nella chiesa di  Vaiano, la Crocifissione con ai piedi la raffigurazione della Badia di Vaiano così come appariva nel 1500 e La Madonna con il Bambino e Santi. 
 
La Messa è stata celebrata dal can. don Enrico Bini, Parroco della Chiesa dello Spirito Santo a Prato, su invito del Proposto di Vaiano don Marco Locati. La Messa di domenica scorsa è stata dedicata alla memoria di don Pierdamiano Spotorno, Bibliotecario e Archivista dell'Abbazia di Vallombrosa, grande amico del Museo della Badia di Vaiano fin dalla sua inaugurazione il 18 settembre 1993 in cui portò i saluti dell'Abate generale della Congregazione Vallombrosana.

 

Nelle foto si vedono alcuni momenti della Messa in rito romano antico in Latino nella suggestiva cornice della chiesa romanica di Vaiano.

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