giovedì 12 novembre 2015

Dall’altra parte (di chi non ha diritto di nascere)


 
Non è reato selezionare gli embrioni sani rispetto a quelli malati, ma resta il divieto di distruzione per quelli scartati che non saranno impiantati. Una sentenza duplice quella con cui la Corte Costituzionale oggi ha assestato un nuovo schiaffo alla Legge 40/2004 ritenendo fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale ordinario di Napoli, secondo cui l’articolo 13 della legge 40 - che prevede la sanzione penale per il medico che consenta il trasferimento nell’utero della donna dei soli embrioni sani o portatori sani di malattie genetiche - violerebbe gli articoli 3, sotto il profilo della ragionevolezza, e 32 della Costituzione.
 
 
 
Cari giudici, che dire, ce l’avete fatta.

 Vi siete costruiti, passo passo, sentenza dopo sentenza, la strada per poter dire che è legittimo poter selezionare gli embrioni. Avete demolita una legge votata dal Parlamento e che è scampata ad un referendum con tutti contro, a parte la ragione. Adesso avete stabilito che, in nome del desiderio, degli embrioni siano condannati all’oblio perpetuo nel freddo. Avete sancito, messo nero su bianco, che ci sono degli uomini di serie A, degli uomini di serie B. Che chi ha certe malattie non ha diritto di nascere ma può essere scartato. Messo da parte. Per il suo stesso bene, è chiaro. Per l’esigenza di tutelare la sua dignità. Ipocriti.

 La disuguaglianza, che si credeva bandita. L’eugenetica, incubo di ere passate. La pretesa vestita da diritto, vista troppe volte. Chi vi sostiene forse crede siano novità, ma hanno l’odore di antiche rupi, di remote caverne.

Ce l’avete fatta. A portare alla logica conseguenza il fatto che sia lecito uccidere un figlio, seppure non nato; conseguenza dell’amare il proprio desiderio più della vita. Altrui.

 Non avete ancora finito, è chiaro. Volete tutto: volete che sia legale creare un bambino (non chiamatelo figlio!) come volete, decidendo cosa mettervi dentro, giocando ad esser dio. Magari pretendendo che sia per il suo stesso bene. Non manca molto. Alcune sentenze, e poco più. Già vi muovete.

 Vi do una notizia: non siete dio. Non sapete che cosa state contribuendo a creare. Non ne avete idea, probabilmente. Certamente.

 Giocate ad esser dio, ma in fondo è roba vecchia, che altri hanno giocato molto prima di voi. Ma era un inganno, non ve l’hanno detto? Non avete la stoffa di Dio. Siete ominicchi.

 Verrete selezionati. I vostri figli, i vostri nipoti, e trovati mancanti. Scartati. Inadatti. Imperfetti.
Sognate di esser dio, ma non vi accorgete che siete tra gli uomini. Dall’altra parte della sbarra. Anche voi.

 Sarete trovati indegni. Lasciati fuori, tra gli inutili. Non sentite già un po’ di freddo?










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