domenica 14 giugno 2015

Dalla pillola al gender, la nuova religione










di Stefano Fontana

La programmazione della manifestazione del 20 giugno a piazza San Giovanni ha suscitato una discussione sugli obiettivi di una lotta contro le leggi ingiuste che minacciano la famiglia e la stessa identità umana. A questo proposito qualche utile indicazione può venire a noi italiani dai cattolici francesi. Là è vigente ormai da due anni la legge Taubira che riconosce i matrimoni omosessuali. Esaminare le loro riflessioni su "che fare?" può essere molto utile anche a noi che leggi Taubira non ne abbiamo, ma che organizziamo manifestazioni a Roma proprio per non averne. Del resto, se non abbiamo il matrimonio gay abbiamo però una sentenza della Consulta che ha costituzionalizzato la fecondazione eterologa, ossia il diritto di una coppia gay ad avere figli. Il problema di cosa fare e con quali obiettivi, quindi, ci riguarda da vicino.

A leggere l'ultimo numero della rivista cattolica francese Liberté politique, ricaviamo una indicazione strategica di grande importanza. L'attacco all'antropologia maschile-femminile, alla procreazione sessuata, al matrimonio e alla famiglia va collocato a livello religioso. É un attacco religioso e non solo culturale, di costume, politico o giuridico. Ha l'assolutezza e la forza di un dogma religioso, di un messianismo estremamente laicizzato, ma non perciò meno pretenzioso. La suddetta rivista definisce questa religione "Neocatarismo". Definizione molto azzeccata. Quella catara era un’eresia, ma si sa che le eresie sono religioni, seppur distorte, e quindi possiedono la stessa forza militante, assorbente e pervasiva. I Catari, nel XIII secolo, sostenevano che la materia era negativa e quindi anche il corpo. Erano contro il matrimonio, la sessualità e la famiglia. Se non fosse stato per Innocenzo III e Simone de Monfort, la civiltà europea sarebbe morta e l'umanità si sarebbe estinta. Se da un lato essi odiavano la procreazione, dall'altro pensavano che il Cataro potesse mantenersi puro anche nella lussuria più sfrenata. Il corpo era solo uno strumento che non coinvolgeva lo spirito. Il dogma del Neocatarismo consiste, quindi, nel dominio assoluto del proprio corpo come di uno strumento fungibile, polivalente, e della sessualità come pura tecnica.

Questa religione nacque con la pillola anticoncezionale e, da allora, ha preteso sempre di più,
esigendo radicalità e rigore sempre maggiori. Oggi le ideologie omosessualiste e del gender incarnano il Neocatarismo allo stato puro. La proposta che viene dai cattolici francesi è di rendersi conto del livello vero della sfida. In una delle Tesi su Feuerbach, Marx sosteneva che per combattere la Sacra Famiglia è la famiglia naturale che bisogna annullare. Che il marxismo sia stata una religione nessuno ne dubita più. Quando esso ha smesso il suo apparato pseudo religioso i cattolici hanno gioito pensando che così sarebbe diventato più moderato e non hanno mai ascoltato Augusto Del Noce che invece insegnava il contrario. Oggi la nuova religione Neocatara ha sostituito il marxismo come religione irreligiosa. Il suo scopo è distruggere la natura per distruggere il Creatore, la famiglia per distruggere le Sacra Famiglia, la dimensione naturale per distruggere quella soprannaturale.

Il Neocatarismo, come ogni religione, non accetta accomodamenti, oppone agli avversari i propri principi. L'aborto era previsto solo per le eccezioni, ma ora è un diritto e viene promosso nei licei francesi. I Pacs si sono trasformati nel matrimonio omosessuale. In Italia qualsiasi riconoscimento delle convivenze si trasformerà nel matrimonio gay. Il Neocatarismo procede per principi e dogmi. Una sfida religiosa può essere affrontata solo da una risposta religiosa, che si collochi cioè su un piano di assolutezza. In gioco non c'è solo la procreazione e la famiglia, ma Dio. Le manifestazioni come quella del 20 giugno sono aperte a tutti, e devono esserlo, perché riguardano temi che hanno anche una dimensione naturale. I cattolici, però, non dovrebbero fermarsi a ciò. Avrebbero già concesso molto agli avversari.










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