giovedì 18 giugno 2015

Cardinal Sarah: «Chi lascia fare, è colpevole. E la Chiesa può anche essere colpevole di tacere»





Il cardinale guineano Robert Sarah è prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Ha rilasciato di recente un’intervista a Famille Chrétienne. Ne proponiamo alcuni stralci in una nostra traduzione italiana.

Il Papa ha di recente citato un autore, Robert Hugh Benson, che, nella sua opera Il padrone del mondo descrive in maniera profetica molte delle derive attuali…

Quello che accade oggi, soprattutto in Occidente, è un’opera del demonio. La cosa più grave è voler imporre queste derive agli altri continenti e culture. [A noi africani] parlate di diritti dell’uomo, ma non abbiamo forse anche noi diritto a non vederci imposte tutte queste perversioni?

Il regno dell’Anticristo sembra più forte che mai…

La Chiesa non deve aver paura! Cristo ha detto: “Non abbiate paura!”. Giovanni Paolo II l’ha ripetuto. La Chiesa non deve avere paura di annunciare il Vangelo e la sua fede in Dio, sia che venga ascoltata, sia che non venga ascoltata. Questa è la sua missione, che Cristo stesso le ha dato!

Questo è l’unico vero potere di cui dispone: il potere della parola?

È una parola che salva l’umanità. Se voi parlate con chiarezza e fermezza per rivelare Dio e la sua Parola di Verità, vi diranno: sei un fondamentalista, sei un intollerante. Ma non è vero! È intollerante chi dice a suo figlio: menti o inganna! Chi lascia fare, è colpevole. E la Chiesa può anche essere colpevole di tacere. I cristiani perseguitati, anche quando vengono uccisi, non stanno zitti. La loro voce è più limpida, più forte e più gloriosa dell’odio, della violenza, della confusione mentale dei loro persecutori. Se abbiamo paura di essere maltrattati, è sufficiente guardare a chi, intorno a noi, muore per Gesù, e ritroveremo subito coraggio e forza. Il loro sangue risveglia la nostra fede addormentata o anestetizzata dalla mondanità. Oggi c’è bisogno che la Chiesa, i cristiani e i vescovi siano più coraggiosi.













Tempi, 16/06/2015



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