mercoledì 27 maggio 2015

Le Sentinelle in Piedi e la “cattolica” Irlanda che non c’è più









di Stefano Fontana

Sabato scorso 23 maggio, in 100 piazze d’Italia – compresa Trieste - le Sentinelle in Piedi hanno vegliato contro l’approvazione della legge sui “matrimoni omosessuali”. Le Sentinelle sono una speranza – una delle poche se non l’unica - che la ragione non vada completamente smarrita e che la politica dei desideri individuali anonimi non abbia definitivamente la meglio, imponendo la sua dittatura. A loro va il nostro plauso. Non si può, però, non notare che sono sole. Lasciamo stare i partiti, che su questo si lavano le mani come Pilato. Lasciamo stare per carità anche i cattolici nei vari partiti che addirittura promuovono queste leggi. Ma gli altri: i comuni fedeli, le nostre parrocchie, le associazioni ecclesiali, le Consulte delle aggregazioni laicali, gli ordini religiosi oppure i loro rami laicali, tutti gli operatori pastorali … dove sono? Perché non erano in piazza con le Sentinelle? Le Sentinelle sono poche e sole. In molte città non ci sono nemmeno e non si fa niente per costituirle. Gran parte del mondo cattolico ha già accettato tutte le novità che le Sentinelle combattono, l’altra parte pecca di indifferenza. Il quadro è molto triste.

Domenica scorsa 24 maggio, un referendum in Irlanda ha approvato il riconoscimento del matrimonio omosessuale. I giornali hanno parlato della svolta nella “cattolica” Irlanda. Ma è evidente che l’Irlanda non è più cattolica ormai da tempo, come l’Italia, del resto, vista la solitudine delle Sentinelle in Piedi.

Quando la fede cattolica diminuisce o sparisce – e in Irlanda ciò è avvenuto in modo violento e repentino – anche la ragione diminuisce o sparisce. Le evidenze naturali e spontanee, che anche un bambino riconosce, vengono perse di vista e la ragione non sa più spiegarsi perché dire di no al riconoscimento di un matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Se non sa spiegarsi questo, non saprà spiegarsi molte altre cose elementari in futuro, un futuro che si preannuncia quindi piuttosto tetro.

I cattolici hanno creduto che la secolarizzazione fosse un fatto positivo, le hanno prestato fiducia e l’hanno anche teorizzata. Invece la secolarizzazione è un mostro spietato che divora ogni senso delle cose e che non si accontenta mai. Nell’Ottocento chiedeva il matrimonio civile. Partendo da là, ora è arrivato a chiedere quello omosessuale.

Col funerale del matrimonio se ne va anche il patrimonio di saggezza, di morale naturale, di educazione dei sentimenti e delle azioni, sulla famiglia, i rapporti uomo-donna, la filiazione, il senso della parentela e della continuità delle tradizioni. Basta un colpo di referendum espresso da una maggioranza che per lo più giudica all’ingrosso per fare piazza pulita della civiltà. E la chiamano democrazia …

Ne abbiamo da riflettere. Bisogna ricominciare da capo. Dall’abc della fede e della ragione. Ma prima di tutto dentro la Chiesa.














vanthuanobservatory.org/25-05-2015 



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