mercoledì 15 aprile 2015

La vita religiosa ha un impatto positivo anche sul benessere della famiglia


Famiglia preghiera



redazione UCCR

L’American Psychological Association negli ultimi mesi ha reso disponibili i risultati di una ricerca relativa ad un nuovo settore della psicologia, la “spiritualità relazionale”, così chiamata da Annette Mahoney della Bowling Green State University e da Annamarie Cano della Wayne State University, le due ricercatrici che hanno curato la pubblicazione di questi studi per il Journal of Family Psychology.

La “spiritualità relazionale” è l’influenza delle pratiche religiose, o relative alla spiritualità, all’interno dei nuclei familiari o dentro alle relazioni di coppia. Nel numero di ottobre del del Journal of Family Psychology sono comparse quattro ricerche riguardanti le modalità attraverso cui la fede religiosa può arricchire i rapporti matrimoniali o di coppia. Si tratta della “Partner-focused petitionary prayer” (PFPP) cioè la preghiera reciproca dei membri della coppia per il loro rapporto e benessere. Secondo gli studiosi, tale pratica non solo richiamerebbe un aspetto soprannaturale con il quale confrontare le loro vite, ma aumenterebbe nella coppia la qualità della relazione, richiedendo maggior impegno nel rapporto vissuto quotidianamente.

La sacralità del matrimonio, per alcuni ricercatori della Bowling Green State University, darebbe inoltre un apporto fondamentale alla stabilità della coppia: le persone sposate religiosamente hanno la certezza che il loro legame non è solo una “questione privata”, risultano perciò avere delle relazioni migliori rispetto alle coppie non religiose e questo risultato è particolarmente influenzato dalla sincerità e dal confronto su problemi e dubbi di carattere spirituale all’interno della coppia. Il numero di ottobre conteneva anche una sezione dedicata alle coppie anziane: la sacralità, la sfera religiosa su cui si fondano i loro matrimoni, molto percepita da queste coppie, permette sia alle mogli che ai mariti di essere più soddisfatti e di ritenersi più grati delle loro vite.

Nel numero di dicembre del Journal of Family Psychology, invece, sono comparsi cinque studi che presentavano interessanti spunti su come una vita religiosamente vissuta possa influenzare positivamente la crescita, l’educazione e lo sviluppo dei bambini, in particolar modo per quanto riguarda le famiglie afro-americane. Proprio in questi nuclei familiari, infatti, si è constatato non solo che i figli crescono con una sana vita religiosa grazie alla ricezione di valori critici da parte degli adulti (spesso presenti anche i nonni), ma anche che le madri riescono meglio a vivere la loro vita sociale se loro stesse conducono una vita religiosa.

Altrettanto interessanti le seguenti scoperte, elencate in singoli articoli della rivista: la frequenza ai riti religiosi con i genitori garantisce al bambino un maggior benessere psicologico (perché favorirebbe l’attaccamento ai genitori e la vicinanza ad/di una intera comunità, entrambi fattori positivi nella crescita del bambino fino al quindicesimo anno di età); gli adolescenti con accesso a pratiche religiose risultano essere meno inclini all’assunzione di sostanze stupefacenti; «La religiosità può avere il potenziale di annullare l’impatto di elevati livelli di stress associati alla presenza di genitori ossessivi e migliorare la salute degli adolescenti, oltre che garantire il benessere all’interno delle famiglie», secondo gli psicologi autori di questo studio (J.K. Spoon, P. Farley, C.J. Holmes della Virginia State University e G.S. Longo dell’University of Montevallo). Infine, nell’ultimo articolo, si trova uno studio sugli adolescenti e il loro rapporto con Dio: più è sviluppato tale rapporto e meno risultano problemi di interazione sociale.

Come abbiamo scritto nel nostro apposito dossiernon bisogna cadere nell’errore di ridurre la religiosità agli effetti benefici di una vita religiosamente vissuta. Queste ricerche rilevano semplicemente la positività della fede cristiana (gli studi sono svolti su credenti cristiani) anche a livello di salute e benessere psicofisico, come tali vanno prese. Inoltre, le stesse curatrici si sono augurate che «la pubblicazione di questi articoli spronerà ad approfondire la ricerca sui modi in cui la religione e la spiritualità possono aiutare le coppie in difficoltà».





UCCR 13 aprile 2015



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