mercoledì 11 marzo 2015

L’esorcista P. Giacobbe e l'inferno: "Il “graffio del diavolo” oggi: leggi contro natura, Isis e..."



di Marco Guerra

“Papa Francesco ha ragione, l’inferno è allontanarsi da Dio e al Padre come ci si arriva? Solo con Cristo e non mettendo l’uomo al centro del creato”. Per commentare le parole sull’inferno pronunciate dal Pontefice nella visita a Tor Bella Monaca, IntelligoNews ha intervistato Padre Giacobbe Elia, incaricato esorcista per la Diocesi di Roma dal 1987 e autore di numerosi libri e pubblicazioni. Il sacerdote mette in guardia il clero dalle derive sociologiche della dottrina cattolica, chiede alla Chiesa di formare più esorcisti e esorta l’uomo a non cadere nella tentazione di sconfiggere il male da solo. Autore de “L'inganno delle ideologie, Il graffio del Diavolo” ed. Koinè, è la persona giusta per trattare un tema così delicato.



Papa Francesco durante la visita alla parrocchia romana di Tor Bella Monca ha detto che l’inferno è dire a Dio “arrangiati tu che io mi arrangio da solo” e che all’inferno ci si va perché si sceglie di essere lì. Concorda con questa visione?


“Si è vero l’inferno è allontanarsi da Dio volontariamente. Padre Candido (Amantini, per cui si è aperta la causa di beatificazione e canonizzazione, ndr) che conosceva bene il diavolo, raccontava di un esorcismo su un bambino che diventò una furia. Il diavolo parlò attraverso il corpo di quel figliolo rivendicando di aver creato l’inferno con le sue stesse mani. Insomma il diavolo riafferma la sua scelta di erigersi a legge di se stesso. Infatti è più corretto dire che l’uomo che pecca non rifiuta l’amore di Dio - l’amore difficilmente viene rifiutato - ma piuttosto vuole negare la legge di Dio per diventare arbitro di se stesso. Il diavolo sicuramente ha esercitato per conto di Dio, nella lettera agli Ebrei san Paolo afferma che gli angeli sono creati come servi nostri, quasi come dei genitori. Ma questo mandato che Dio ha dato loro è stato pervertito dagli angeli cattivi che adesso ci tentano per allontanarci dalla legge di Dio e quindi dal suo amore”.

Ma il demonio non si manifesta solo nelle possessioni? 

“Il diavolo si manifesta nella vita di tutti i santi, nelle agiografie se ne parla molto, attraverso le stesse tentazioni che ha subito Cristo nel deserto. Noi stessi siamo continuamente sottoposti alle tentazioni. Il peccato però non ha solo una dimensione verticale, cioè di una creatura che esce dall’orbita di Dio, ma si esercita anche tra pari come ha descritto Giovanni Paolo II ne ‘Le strutture di peccato’. Perché chi fa del male diffonde il peccato nella società. La Madonna a Fatima rivelò infatti che gli errori della Russia si sarebbero diffusi in tutto il mondo e parte di quegli errori, dal 1917 a questa parte, hanno contaminato anche uomini di Chiesa”.

A quali errori si riferisce in particolare? 

“Una parte della Chiesa si è preoccupata più delle istanze sociali che della salvezza e la vita eterna. I figli di Dio in passato hanno fatto benissimo senza che nelle opere sociali intervenissero i sacerdoti: San Giovanni Bosco ha creato molte opere sociali ma poi le ha affidate ai laici che le hanno diffuse nel mondo. Questi hanno operato del bene perché prima di tutto San Giovanni Bosco li aveva resi cristiani. Invece in questi ultimi decenni siamo caduti vittime di un clericalismo sociologico. La teologia si è fatta sociologia.  Abbiamo seguito mode che il mondo aveva già lasciato da tempo. Ora si torna a parlare di Inferno, ma quanti esorcisti vengono ordinati? Le rispondo io: Nessuno! L’inferno deve essere di un discorso sistematico della Chiesa”.

Se ne può parlare anche ai bambini?

“Certo, con le giuste parole. Non si tratta di mettere paura ai più piccoli, dobbiamo educare alla verità e dire che il male esiste ma Cristo lo ha vinto. Conoscere la verità significa sapersi schierare. La Vergine ha mostrato l’inferno ai pastorelli di Fatima che erano bambini”.


 Il Papa a Tor Bella Monaca ha parlato anche di moralità cristiana, affermando che non è solo una serie di precetti che indicano quello che si può e non si può fare…

“Il Papa afferma cose giuste ma che, se non vengono approfondite, possono dare adito a fraintendimenti e interpretazioni sbagliate. Francesco in passato disse pure che ognuno deve seguire la propria coscienza, ma la coscienza non è buona se non è illuminata dalla fede. Ma anche Hitler prima di morire ha detto ai suoi seguaci di aver sempre seguito la voce della sua coscienza e che l’unico rammarico che aveva era di essere stato troppo buono. Bisogna sempre spiegare bene ogni cosa”.

Il Santo Padre ha infatti aggiunto che se cadi è Gesù che ti alza e ti fa andare avanti…

“Io direi di più, Gesù è il rilevatore di Dio, senza Gesù non conosci il Padre. Se non si crede a questo allora siamo al sentimentalismo puro e si afferma implicitamente che tutte le fedi portano al Dio unico. San Paolo dice nella Lettera ai romani che Cristo è l’unico rilevatore del Padre...Non c’è Budda, non c’è Maometto”.

Ma i precetti ci sono e vanno osservati. Vero?

“La morale cristiana non è mai stata identificata solo con una serie di precetti. Ci sono le istanze che Dio ha messo nella nostra natura e che ci ha rivelato attraverso i Dieci comandamenti, che sono la sintesi compiuta ed eccellente della moralità umana. Tutta la scrittura ha un senso di dignità e vitalità incredibile. I comandamenti diventano morti quando sono ridotti a mera statistica: ho fatto questo? No. Ho fatto quest’altro? Si. Ma il vero cristiano per sapere se ha fatto del male interroga il suo cuore. E il male si fa anche non facendo del bene. Le omissioni possono essere gravissime. La morale si racchiude in poche parole infatti san Francesco raccomandava ai suoi fratelli di non fare prediche lunghe ma semplicemente di ricordare ai fedeli i loro vizi e le loro virtù”.

Il problema è che la società odierna ha cancellato il concetto stesso di peccato. Il male e il bene sono stati completamente relativizzati. In molti affermano che il più grande inganno del diavolo è stato far credere che lui non esistesse…

“Il demonio è un essere astutissimo, si insinua nelle nostre vite e ci vuole l’aiuto della Chiesa per conoscere le sue macchinazioni. Ma purtroppo la teologia è stata ridotta a mera sociologia, quindi l’uomo ha la presunzione di sconfiggere da solo il male, ma solo con l’aiuto di Cristo si può resistere ai suoi attacchi. Non ci scordiamo che il demonio ha avuto migliaia di anni per conoscere l’uomo e le sue debolezze. La strategia delle tentazioni è di portarci all’autoreferenzialità. Con la modernità c’è stata la cosiddetta svolta antropologica. Anzi, già con l’umanesimo l’uomo si è posto al centro del creato. Ora anche chi non è ateo pensa che Dio vive in cielo e che in terra quello che è giusto e sbagliato lo deve decidere l’uomo.  E questo lo vediamo con una serie di leggi inique sull’aborto, l’eutanasia e la creazione di generi che non esistono in natura. Generi che abbiamo creato candendo nella tentazione di manipolare la natura. Un’interruzione di gravidanza è un omicidio, perché quella se quella vita viene interrotta volontariamente significa che altrimenti sarebbe andata avanti”. Certi peccati sono sempre avvenuti, ma il fatto nuovo è che ora non c’è nemmeno più il pentimento; il sentimento della vergogna è interpretato come un’ipocrisia moralistica. Insomma tutti fanno bella mostra dei propri vizi…“Tutto questo è dovuto alla crescente arroganza dell’uomo. Pio XII ebbe a che fare per primo con queste derive e disse che il vero peccato non è la caduta ma la perdita del senso del peccato. Perché io potrei anche chiederti scusa e riconciliarmi con te se fossi veramente pentito delle mie azioni. Ma i totalitarismi di turno hanno reso l’uomo troppo arrogante; totalitarismi che sono iniziati con Lutero e la Rivoluzione francese, dobbiamo avere il coraggio di dire come stanno le cose”.

Eppure si deve dialogare con questo pensiero contemporaneo…

“Non è semplice dialogare con chi ha valori del tutto dissimili ai nostri e non riconosce niente della nostra fede. Il Signore ci ha chiamato ad annunciare la verità. Il diavolo ha paura quando un battezzato è nella verità. Tu potrai togliergli anche la carne a colui che è nella verità ma nel suo cuore troverai Cristo, e questo il demonio lo teme più di ogni altra cosa perché sa che quella persona non sarà mai sua”.  Questo che lei dice fa pensare ai nuovi martiri colpiti dalla furia dello Stato islamico…“Quelli sono veri martiri, persone che potrebbero venire meno nella fede ma non lo fanno. Martiri che noi della gerarchia cattolica non sappiamo difendere abbastanza”.

L’Isis è una creazione demoniaca?

“Come si può giudicare un gruppo che professa una religione che si basa sul sangue versato? Come possiamo accettare che a delle bambine di due anni vengano mutilati i genitali? Storicamente si può dire che in 1500 anni il dialogo è sempre stato difficile, basta rileggere bene la storia per capire che Lepanto è stata una guerra di difesa e non di attacco”.

Molti recriminano proprio il fatto che si uccide e si è ucciso in nome di Dio?

“Queste persone affermano che senza Dio tutto diventa giusto, allora perché le società occidentali hanno un tasso così alto di suicidi? Basta aprire i telegiornali per sentire tutto quello che succede nelle comunità  senza Dio. Che felicità può avere un uomo che è stato forzatamente separato dal Padre”.

Quindi si torna al tema iniziale l’inferno è allontanarsi da Dio? 

“Rifiutando Dio ci mettiamo con il demonio. Ribadisco che non si tratta tanto di rifiutarne l’amore – in pochi rifiutano l’amore e come quando si resiste alle lusinghe di una donna avvenente – ma piuttosto di rifiutare la sua sovranità. Con la svolta antropologica siamo astri impazziti che ruotano intorno a se stessi. Ma non si basta mai a se stessi, il nostro animo è orfano senza Cristo. Noi non veniamo dal nulla, siamo stati pensati da Dio e Dio è perché opera”.









10 marzo 2015, intelligo


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