mercoledì 18 marzo 2015

Il Card. Zen: "Coloro che amano la Forma Straordinaria devono avere la possibilità di seguirla"







di Paix Liturgique, lettera 64 

Nella nostra lettera francese n°174, aprile 2009, ci siamo soffermati sulla scelta fatta dal Cardinale Joseph Zen Ze-Kiun, S.D.B. (Salesiano di don Bosco), allora Vescovo di Hong-Kong, di celebrare la sua ultima messa pontificale secondo la forma straordinaria del rito romano. Il Cardinale in quell'occasione aveva dichiarato che desiderava consacrare ai fedeli legati alla liturgia tradizionale della Chiesa, una parte del proprio tempo di prelato emerito.

Cinque anni dopo, possiamo osservare che il Cardinale Zen, tenendo fede alla sua parola, ha accompagnato la vita spirituale e sacramentale della comunità tradizionale dell'ex colonia britannica, celebrando spesso secondo il messale di San Giovanni XXIII, dando le cresime, tenendo conferenze, assistendo all'ordinazione diaconale di uno dei membri del suo ordine, ecc.
Alla fine del 2014, in occasione di una conferenza sulla missione in Asia presso l'università pontificale urbaniana di Roma, il traduttore della nostra lettera tedesca si è potuto intrattenere qualche momento con Sua Eminenza ed ha potuto rivolgergli alcune domande alle quali siamo grati abbia risposto con grande benevolenza ed estrema carità.


INTERVISTA CON IL CARDINALE JOSEPH ZEN ZE-KIUN


1) Qual'è il posto della liturgia nella sua vita, Eminenza?

Cardinale Zen: E' il momento più importante della mia giornata. Io sono un religioso e, a questo titolo, apprezzo molto la nostra preghiera in comunità. A Hong-Kong, la nostra comunità, tra l'altro, ha pure dei bellissimi arredamenti sacri.

2) Lei è stato uno dei primi sacerdoti cinesi a celebrare il Novus Ordo come segno di unità con Roma. In seguito, Benedetto XVI ha permesso che la messa tradizionale fosse di nuovo celebrata, cosa che lei fa ben volentieri, in particolare a Hong-Kong...

Cardinale Zen: Personalmente, io ho ben accolto la decisione del Papa, ormai emerito, Benedetto XVI. Ha avuto perfettamente ragione nel dire che la messa tradizionale non era mai stata abolita. E se i fedeli la trovano più propizia per nutrire la loro devozione, noi dobbiamo dargli la possibilità di beneficiarne. Nel passato io ho avuto l'occasione di introdurre la messa del dopo-concilio ai seminaristi cinesi [dal 1989 al 1996, il Cardinale Zen ha insegnato nei seminari cinesi, finora chiusi ai sacerdoti romani] e ne sono stato felice. Tuttavia, già all'epoca ricordavo loro che non c'era niente di male a celebrare la liturgia antica. La nostra fede, la nostra vocazione, i nostri santi, tutto viene da quella liturgia, da quella preghiera.

3) Lei apprezza il latino?

Cardinale Zen: Sì, molto. Amo i canti gregoriani, e ne so molti a memoria. Li recito nelle mie preghiere del mattino e li trovo ammirevoli! Mi piacerebbe inoltre vedere più spesso la liturgia ordinaria celebrata in latino, come prevedeva il concilio.

4) In Europa gli oppositori della messa antica dicono che riguarda uno sparuto gruppo di fedeli. Lei che ne pensa?

Cardinale Zen: Non vedo il problema. Anche a Hong-Kong il gruppo non è poi troppo numeroso. Coloro che amano la forma straordinaria devono poterla avere. E' un loro diritto. Non è necessario obbligare i fedeli a raggrupparsi in modo artificioso. Un piccolo numero di loro è già sufficiente.

5) La forma straordinaria costituisce una minaccia per l'unità della Chiesa?

Cardinale Zen: No, assolutamente no. Perché dovrebbe? Ci sono molte liturgie diverse nella Chiesa Cattolica, come per esempio quelle delle chiese d'Oriente. La diversità dei riti non è un problema.

6) Eminenza, ha qualche messaggio da comunicare ai fedeli legati alla forma straordinaria?

Cardinale Zen: Sì. La messa straordinaria resterà certamente importante nel futuro. Le persone che lo desiderano devono potervi assistere, sempre che non si schierino poi contro quella moderna. A Hong-Kong, coloro che partecipano alla messa tradizionale, vanno anche a quella moderna e non hanno nulla in contrario. Come tutti i fedeli nel mondo, anche i Cinesi traggono un gran profitto dalla tradizione della Chiesa.

I COMMENTI DI PAIX LITURGIQUE

1) Ricordiamo che, in seguito alla vittoria di Mao, la Chiesa è presente in Cina in modo ufficiale, attraverso un'associazione patriottica controllata dal potere politico, ma anche in modo clandestino, attraverso una chiesa martire fedele a Roma. Questa situazione particolare ha fatto sì che il cattolicesimo riconosciuto dallo Stato, fino all'apertura permessa da Den Xiaoping negli anni '80, abbia completamente ignorato il concilio Vaticano II, e, dunque, la liturgia moderna. E' nel quadro di quest'apertura che il futuro Cardinale Zen è potuto andare ad insegnare nei seminari della chiesa patriottica alla fine degli anni '80 e contribuire alla diffusione del Novus Ordo. In ogni caso, e questa è una riflessione che ha voluto aggiungere durante la nostra intervista, sin d'allora era convinto della legittimità della liturgia tradizionale e non si esimeva dal precisare ai propri studenti che il messale antico rimaneva comunque valido.

2) Quest'anno 2014 è stato un anno di grazia per la comunità tradizionale di Hong-Kong: due dei suoi membri, tra cui uno dei fondatori, sono stati ordinati sacerdoti (uno per la Fraternità San Pietro e l'altro per la diocesi), mentre un terzo, Salesiano come il Cardinale Zen, è stato ordinato diacono. Un religioso, un Ecclesia Dei e un diocesano: anche in capo al mondo, la liturgia tradizionale, vissuta e celebrata in un contesto di pace e di crescita spirituale, è sorgente feconda di vocazioni sacerdotali, partecipando così allo slancio della nuova evangelizzazione.

3) "Coloro che amano la forma straordinaria devono potervi partecipare. E' un loro diritto." Preghiamo perché questa saggezza elementare venuta dall'estremo Oriente rassereni le nostre comunità e i nostri pastori, e li incoraggi a crescere in carità e generosità all'incontro con coloro che chiedono la forma straordinaria del rito romano.











Fonte: Messainlatino, 18 marzo 2015



Nessun commento:

Posta un commento