martedì 17 febbraio 2015

Il Sacro Terrore!



dal blog Traditio Liturgica 

I musei sono un grande tesoro perché permettono di avere la percezione del passato, cosa che altrimenti con il fluire del tempo si perderebbe inesorabilmente. Recentemente ho visitato un'esposizione nella quale è stato collocato un quadro di grande intensità emotiva. Il suo autore è Carl Frithjof Smith (1859-1917). L'opera s'intitola "Dopo la prima comunione" ed è stata realizzata attorno al 1892.
In questa sede non m'interessa esporre a quale corrente artistica e quali influssi culturali può aver subito il suo autore. Quello che mi pare più interessante è la forza d'impatto che esercita questa rappresentazione. Si tratta di una festa: la prima comunione di alcune bambine. Ma è una festa strana poiché le fanciulle si mostrano tutt'altro che gioiose.


Nella parte centrale appaiono volti pensosi, impauriti, direi terrorizzati. Solo una bimba accenna vagamente ad un sorriso, molto smorzato, quasi avesse timore di farlo. Qualcun'altra cammina letteralmente irrigidita, come se avesse subito una doccia fredda.
Ecco l'elemento di constrasto con l'idea di festa, la forte vibrazione emotiva che la tela trasmette: qui è rappresentato l'effetto del "sacro terrore" che consiste nel predicare un cristianesimo molto rigido e intollerante, non di rado ideologico.
Un effetto del genere lo si ottiene in ambienti molto severi e religiosamente fanatici. Qualcosa del genere vidi, anni fa, sul volto di qualche laico molto fedele ad un movimento tradizionalista cattolico. In quest'ambiente, erroneamente definito "lefebvriano" poiché è solo tradizionalmente cattolico, si fa leva molto sull'aspetto psichico e si ottiene non di rado ansietà, paura, terrore di Dio.

Mi chiedo: è questo il timor Dei al quale le scritture fanno riferimento? Temo proprio di no! Il timore di Dio è sempre associato alla fiducia di Dio, esattamente come l'atteggiamento dimesso della quaresima è associato alla gioia della risurrezione non lontana. Timore e fiducia, atteggiamento dimesso e gioia possono parere opposti solo a chi non si accosta alla dimensione spirituale o a chi non l'ha mai conosciuta. In realtà, sono atteggiamenti "antinomici" o apparentemente contraddittori, come ricorderebbe l'Oriente cristiano che utilizza la categoria di "antinomia" anche per spiegare altre realtà ecclesiastiche, laddove in Occidente, soprattutto un tempo, si preferiva, invece, usare la logica di non contraddizione (= ad A non può che seguire A e A non può stare con B).

L'insistere sulla croce, sulla morte di Cristo per riparare ai peccati di un'umanità che può sempre offendere Dio, ha determinato il cosiddetto "sacro terrore" e ha portato Dio così in alto nei cieli da renderlo quasi estraneo al cuore dell'uomo, come, viceversa, si manifesta nella rivelazione cristiana.

Questo ha creato una forte reazione: nel mondo cattolico modernista da cinquant'anni in qua è  disprezzato ogni elemento ascetico e ogni atteggiamento dimesso (equivocato inevitabilmente come prodotto del terrore religioso) fino a raggiungere l'esatto contrario: oggi le feste di comunione sono certamente delle feste in senso proprio ma hanno sovente perso ogni carattere sacro. Insomma: si è passati da un estremo ad un altro, da uno squilibrio allo squilibrio opposto in cui la mondanità e la sensibilità "carnale" hanno avuto il sopravvento e Dio è stato talmente "abbassato" da non essere più tale!

Sia il vivere la religiosità in forma psichica (come si vede chiaramente in questo quadro) sia il viverla in forma mondana indica la perdita del senso spirituale nel quale si mantiene un equilibrio e nulla di tradizionale viene perso o equivocato.

Infatti l'autentica vita di fede si fonda solo nella dimensione spirituale, non in quella psichica o nella spettacolarizzazione mondana (come ho più particolarmente esposto qualche mese addietro).

La radice dell'attuale desolazione liturgica occidentale, quindi, è molto lontana e rimonta molto prima di 60 anni fa: consiste in una serie di squilibri ed equivoci che continuano a generarsi costantemente e senza posa, come se questo mondo fosse destinato a girare attorno a se stesso inesorabilmente, senza trovare una reale via d'uscita. Chi è addentro alle questioni spirituali spiega che ciò può avvenire solo quando, di fatto, c'è una forte chiusura dell'uomo nella sola dimensione umana nella quale è stata imprigionata pure la stessa religione, ridotta oramai a puro fenomeno sociologico. E questo è un problema che potrebbe riguardare, si noti bene, sia il mondo cattolico progressista che quello cosiddetto tradizionalista che così finirebbero per essere due facce della medesima medaglia.


Feste mondane nell'ambito liturgico: abusi che divengono sempre più prassi normale, indice della totale perdita di sacro












Traditio Liturgica   15 feb 15



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