mercoledì 30 luglio 2014

È il numero uno della nuova curia, ma dice messa all’antica


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Si svolgerà dal 23 al 25 ottobre prossimi il terzo pellegrinaggio a Roma organizzato dal “Coetus internationalis Summorum Pontificum“, la rete mondiale di associazioni, enti e realtà ecclesiali che nel proprio territorio sono impegnate nell’applicazione del motu proprio “Summorum Pontificum” con cui Benedetto XVI nel 2007 ha concesso piena cittadinanza al messale preconciliare promulgato da san Giovanni XXIII nel 1962.
Il programma provvisorio dell’evento prevede la partecipazione di due vescovi e di tre cardinali.
I vescovi sono il francese François Bacque, nunzio a riposo, e l’italiano Guido Pozzo, segretario della commissione vaticana “Ecclesia Dei” che segue le comunità legate a quella che è stata definita la forma “extraordinaria” del rito romano.
Quanto ai cardinali, è scontata la partecipazione di due porporati notoriamente vicini al mondo tradizionalista come l’americano Raymond L. Burke (che sabato 25 ottobre presiederà il pontificale in San Pietro) e il tedesco Walter Brandmüller (che domenica 26 celebrerà nella comunità benedettina di Norcia la solennità di Cristo Re).
Meno scontata ma non sorprendente sarà invece la partecipazione del terzo cardinale, l’australiano George Pell, che la sera di venerdì 24 presiederà il pontificale nella chiesa romana della SS. Trinità dei Pellegrini. Il cardinale Pell, infatti, è anche lui uno dei porporati storicamente più legati al mondo tradizionalista.
Durante il pontificato di Benedetto XVI Pell è stato in predicato due volte per un posto di altissimo rilievo nella curia romana.
Nel 2005 entrò nella terna dei candidati a prefetto della congregazione per la dottrina della fede (terzo dopo William J. Levada che in effetti venne nominato e Tarcisio Bertone che sarebbe invece diventato segretario di Stato).
E nel 2010 la sua nomina a prefetto della congregazione per i vescovi era praticamente fatta, ma il timore che potesse essere coinvolto in qualche storia di copertura di abusi sessuali compiuti da sacerdoti della sua diocesi di Sydney portò alla scelta del canadese Marc Ouellet.
Ma a promuovere per davvero a Roma il conservatore Pell ci ha pensato papa Francesco, certamente non sospettabile di simpatie tradizionaliste. A modo suo: affidandogli incarichi di grande importanza, ma dove Pell può esercitare più le sue capacità organizzative e il suo stile di comando diretto e sbrigativo piuttosto che le proprie sensibilità dottrinali o liturgiche.
Francesco lo ha scelto infatti tra i nove cardinali consiglieri per la riforma della curia e lo ha fatto diventare anche “zar” dell’apparato economico-finanziario vaticano, promuovendolo alla guida della neonata, potente segreteria per l’economia.
Pell comunque arrivando a Roma per il suo nuovo incarico vaticano non ha lasciato a casa le sue sensibilità liturgiche. Così ha pensato bene di scegliersi come segretario particolare un sacerdote australiano, don Mark Withoos di Melbourne, che lavorava nella commissione “Ecclesia Dei”.
E ha dato appunto la sua disponibilità a celebrare messa secondo l’antico rito nel prossimo pellegrinaggio promosso dal “Coetus Internationalis Summorum Pontificum”.
Pellegrinaggio che ha come delegato generale il magistrato Giuseppe Capoccia, sostituto procuratore a Lecce e promotore del Coordinamento “Summorum Pontificum” in Puglia, Campania e Basilicata. Mentre ne è cappellano il sacerdote francese Claude Barthe e segretario generale il laico francese Guillaume Ferluc.








SETTIMO CIELO. 30 luglio 2014



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