sabato 17 maggio 2014

Quelli che odiano i cattolici: da che parte stanno i nostri pastori?




di Antonio Socci 

Il “cattoprogressista” Enzo Bianchi, onnipresente sui giornali laicisti, nei programmi di Fabio Fazio, sulle tribune dei vescovi, ieri per la “Repubblica” ha dovuto commentare la condanna a morte della giovane cristiana sudananese Mariam Yahya Ibrahim.


CUOR DI LEONE

Bianchi è riuscito, per un intero articolo, a non dire chi sono i persecutori e carnefici di questa povera ragazza e perché ciò accade in Sudan.
Infatti nel suo pezzo non troverete mai la parole islam o musulmani, né sharia (la legge islamica con cui si condanna Mariam).
Leggendo Bianchi nessuno saprà che alla ventisettenne cristiana, laureata in medicina, incinta all’ottavo mese e incarcerata con l’altro figlio, il tribunale musulmano aveva imposto di convertirsi all’Islam, dandole tre giorni di tempo: siccome lei ha dichiarato che resta cristiana, il giudice musulmano ha decretato che verrà impiccata.
E prima dell’assassinio dovrà subire anche cento frustate perché – per il regime islamista – avendo lei sposato un cristiano ha commesso il reato di “adulterio”.
Bianchi queste cose sui carnefici islamisti non le dice. Pur di non nominare l’Islam mena il can per l’aia per migliaia di battute.
Questo cuordileone – che di solito non lesina critiche ai cattolici – non spende una sola parola critica sull’Islam. Perché?
Non vuol mettere a repentaglio la sua fama cattoprogressista ed ecumenista? O forse si chiede: chi sono io per giudicare questi religiosi musulmani?
I lettori di Bianchi così non sapranno che il regime assassino del Sudan, imponendo la sharia, nel 1983 lanciò la jihad contro i villaggi del  sud cristiano e ha perpetrato in venti anni il genocidio di due milioni di persone, provocando lo sfollamento di altri cinque milioni.
Almeno 200 mila sono state le donne e i bambini cristiani catturati e venduti come schiavi nel Sudan islamico.


ABBANDONATI

Ma il cattoprogressismo nostrano non ama raccontare queste cose, come non ha mai amato denunciare i crimini e i genocidi del comunismo (chi siamo noi per giudicare quelle brave persone che sono stati i comunisti?).
Da una parte dunque c’è la grande tragedia dei cristiani perseguitati e massacrati in tanta parte del mondo.
Dall’altra un cattoprogressismo che si fa celebrare nella mondanità dei ricchi salotti laicisti ed evita di esporsi troppo per quelle periferie esistenziali che sono le luride galere sudanesi o pakistane o cinesi o nordcoreane, dove marciscono altre povere madri cristiane, come Asia Bibi, condannate a morte per la loro fede.
Così tanti poveri cristiani continuano ad essere perseguitati (e abbandonati) sotto molti regimi.
Ma da alcuni anni i cristiani sono di nuovo disprezzati e discriminati pure in Occidente.


ABBANDONATI ANCHE NOI ?

Nell’Europa del laicismo intollerante e pure in Italia dove – fra un po’ – non potranno nemmeno dire la loro sulla famiglia, sull’ideologia gender, sulla vita, su quella che Benedetto XVI e il cardinal Bagnasco hanno giustamente definito “dittatura del relativismo”.
I pastori in effetti dovrebbero difendere così la fede dei cristiani. Ma oggi vanno per la maggiore quelli che non vogliono scontrarsi col mondo: preferiscono prenderci amabilmente un thè portando i pasticcini.
Penso (è solo l’ultimo esempio) a monsignor Galantino, il nuovo segretario della Cei che smania per apparire moderno nelle sue comparsate su giornali e tv, da “Ballarò” a Tv2000.
Lui vuole che si segua l’aria che tira e che nella Chiesa si volti pagina e si parli “senza tabù di preti sposati, eucaristia ai divorziati e di omosessualità”. Addirittura si è mostrato sprezzante verso i cristiani che pregano il rosario davanti alle cliniche degli aborti.
Il popolo cristiano – sulla difesa della vita – invece che Galantino preferisce seguire le testimonianze di Madre Teresa e di Giovanni Paolo II. E’ un popolo fedele e generoso e – come ha detto nei giorni scorsi papa Francesco – vive spesso con vero eroismo e ha molti santi nascosti.
E’ il popolo accorso in migliaia e migliaia a Roma alla recente “Marcia per la vita” e all’incontro delle scuole cattoliche, ma si sente spesso trattato con freddezza da quei pastori che dovrebbero confortarlo e difenderlo.
Non ci sono infatti molti pastori che amano queste pecore tanto da prendere il loro odore. Si vedono piuttosto ecclesiastici che seguono il profumo Chanel n. 5 del potere mondano e dei salotti mediatici progressisti, quelli che contano.
Credo che come cattolici dovremmo dar loro una strigliata. Seguendo l’invito di papa Francesco che proprio domenica scorsa ha esortato i fedeli a “importunare” i pastori, a chiedere loro di fare il loro dovere, di difendere il gregge e dispensare la dottrina, il conforto e la grazia.
Perché accadono fatti che lasciano sgomenti.
Spesso i cristiani più fedeli – già disprezzati nel mondo – sono trattati a pesci in faccia pure nella Chiesa, mentre invece vengono premiati quelli che combattono e denigrano la fede cristiana.


DAGLI AL CREDENTE !

A volte sembra che la fede cattolica convinta sia considerata da certi ecclesiastici progressisti come un pericolo da estirpare.
Prendiamo il caso più clamoroso. Attualmente circa 3 mila persone ogni anno lasciano l’abito religioso. Una tragedia.
Gli ordini religiosi tradizionali vanno a picco (dal 1965 al 2005, i gesuiti sono a meno 45 per cento, i salesiani a meno 24, i Frati minori a meno 41, i Cappuccini a meno 29, i Benedettini a meno 35 e i Domenicani a meno 39).
E gli attuali capi della Congregazione vaticana per la vita consacrata che fanno? Commissariano o riformano gli ordini che stanno crollando?
No. Hanno commissariato e distrutto l’unica famiglia religiosa – i Francescani dell’Immacolata – che aveva un boom di vocazioni, la famiglia religiosa, amata da Wojtyla e Ratzinger, nota per la sua ortodossia, per la sua rigorosa povertà e disciplina e per la forte dimensione di preghiera e missionaria.
Proprio quella è stata distrutta e i fondatori costretti a subire una prepotenza che è l’esatto opposto della misericordia e della mitezza raccomandate da papa Francesco.
Un altro esempio. Sono stati proibite quelle intense giornate di preghiera che da anni venivano organizzate – con i veggenti di Medjugorje – e raccoglievano 10 o 15 mila persone, spesso convertite, tornate alla fede.
Non si capisce perché i pastori – che non si allarmano per le chiese progressiste vuote – vanno su tutte le furie per i palazzetti dello sport pieni di fedeli che recitano il rosario, partecipano ai sacramenti e ascoltano testimonianze di fede e di carità.
Al S. Uffizio rispondono: perché non c’è ancora nessun riconoscimento delle apparizioni di Medjugorije. Va bene, però ci sono i frutti e sono tantissime conversioni e spesso veri e propri miracoli.
Possibile che tutto questo ben di Dio allarmi il S. Uffizio mentre invece non lo allarma quello che certi famosi preti progressisti proclamano o ciò che si insegna in tanti seminari e facoltà teologiche da teologi che spesso vanno contro il Magistero della Chiesa?

KASPER E IL MISSIONARIO

Se è considerato “pericoloso” che migliaia di persone preghino e frequentino i sacramenti, come si deve considerare quell’inaudita relazione (sulla famiglia) che il cardinale Kasper ha tenuto in apertura del Concistoro (contestata vivacemente dall’85 per cento dei cardinali) e che lo stesso Kasper va ripetendo in giro per il mondo?
All’alto prelato tedesco, che viene dall’episcopato più ricco e potente, ha risposto un bravo missionario del Pime, Carlo Bussi, 71 anni, da quaranta in Banghladesh, un uomo di Dio che per difendere i più poveri ha rischiato il martirio: “se si procede sulla strada tracciata da Kasper” ha scritto il missionario “si faranno grossi danni, si renderà la Chiesa superficiale e accomodante, si dovrà negare l’infallibilità della Cattedra di Pietro perché è come se tutti i papi precedenti abbiano sbagliato, e si dovrà prendere per stupidi tutti quanti hanno dato la vita come martiri per difendere questo sacramento”.
Per i cristiani è un’ora di tenebre fitte.




Da “Libero”, 17 maggio 2014



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