venerdì 11 aprile 2014

Francesco: "Attenti al demonio! Anch'io sono stato tentato di chiacchierare"





(©Ansa) Un diavolo raffigurato da Federico Zuccari nella cupola del Brunelleschi a Firenze




Francesco a Santa Marta: "Il diavolo c’è. Anche nel XXI secolo! E non dobbiamo essere ingenui, impariamo dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui” e le sue tentazioni





di Domenico Agasso jr


Il diavolo c’è anche nel XXI secolo. Occorre imparare dal Vangelo come combatterlo, lottando contro le sue tentazioni. Lo ha detto papa Francesco nell'omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, riportata da Radio Vaticana. Il Pontefice ha ricordato che tutti gli uomini sono tentati dal demonio, che punta ad annullare la santità nel mondo.


E la vita dei cristiani dunque è una guerra continua contro il male. L'esistenza "di Gesù è stata una lotta - ha affermato Bergoglio - Lui è venuto a vincere il male, a vincere il principe di questo mondo, a vincere il demonio”. Il diavolo “ha tentato Gesù tante volte, e Gesù ha sentito nella sua vita le tentazioni” come “anche le persecuzioni”. Ed ha ammonito i cristiani: se vogliono seguirLo, devono "conoscere bene questa verità”.


“Anche noi siamo tentati - ha sottolineato - anche noi siamo oggetto dell’attacco del demonio, perché lo spirito del Male non vuole la nostra santità, non vuole la testimonianza cristiana, non vuole che noi siamo discepoli di Gesù. E come fa lo spirito del Male per allontanarci dalla strada di Gesù con la sua tentazione? La tentazione del demonio ha tre caratteristiche - ha spiegato - e noi dobbiamo conoscerle per non cadere nelle trappole. Come fa il demonio per allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce. Secondo, cresce e contagia un altro, si trasmette ad un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica. Cresce, contagia e si giustifica”.


La prima tentazione di Gesù, ha rammentato il Papa, “quasi sembra una seduzione”: il "principe del mondo" dice a Cristo di buttarsi dal Tempio e così, sostiene il demonio, “tutti diranno: ‘Ecco il Messia!’”. Ed è la stessa azione che compie con Adamo ed Eva: “È la seduzione”.


Il diavolo, ha avvertito Francesco, “quasi parla come se fosse un maestro spirituale”. E “quando viene respinta”, allora la tentazione “cresce: cresce e torna più forte". Il Figlio di Dio “lo dice nel Vangelo di Luca: quando il demonio è respinto, gira e cerca alcuni compagni e con questa banda, torna”. Quindi “cresce anche coinvolgendo altri”. Così è “successo con Gesù”, “il demonio coinvolge” i suoi avversari. E ciò che “sembrava un filo d’acqua, un piccolo filo d’acqua, tranquillo, diviene una marea”. La tentazione “cresce, e contagia. E alla fine, si giustifica”.


Ecco cosa fa il diavolo con Gesù: mentre predica nella sinagoga, immediatamente i suoi nemici Lo sminuiscono, dicendo: “Ma, questo è il figlio di Giuseppe, il falegname, il figlio di Maria! Mai andato all’università! Ma con che autorità parla? Non ha studiato!”. La tentazione “ha coinvolto tutti, contro Gesù”. E il culmine "della giustificazione è quello del sacerdote”, che afferma: “Non sapete che è meglio che un uomo muoia” per salvare “il popolo?”.


“Abbiamo una tentazione che cresce - ha ribadito il Papa - cresce e contagia gli altri. Pensiamo ad una chiacchiera, per esempio: io ho un po’ di invidia per quella persona, per l’altra, e prima ho l’invidia dentro, solo, e bisogna condividerla e va da un’altra persona e dice: ‘Ma tu hai visto quella persona?'... e cerca di crescere e contagia un altro e un altro… Ma questo è il meccanismo delle chiacchiere e tutti noi siamo stati tentati di fare chiacchiere! Forse qualcuno di voi no, se è santo, ma anche io sono stato tentato di chiacchierare! È una tentazione quotidiana, quella. Ma incomincia così, soavemente, come il filo d’acqua. Cresce per contagio e alla fine si giustifica”.


Francesco ha poi esortato ad essere attenti "quando, nel nostro cuore, sentiamo qualcosa che finirà per distruggere” le persone, "perché se non fermiamo a tempo quel filo d’acqua, quando crescerà e contagerà sarà una marea tale che soltanto ci porterà a giustificarci male, come si sono giustificate queste persone”, dicendo che “è meglio che muoia un uomo per il popolo”.


Il Pontefice ha aggiunto: “Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta: una lotta. Perché il principe di questo mondo – il diavolo – non vuole la nostra santità, non vuole che noi seguiamo Cristo".


"Qualcuno di voi, forse, non so, può dire: ‘Ma, Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!’. Ma, guardate che il diavolo c’è! - ha messo in evidenza in conclusione - Il diavolo c’è. Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui”.




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