Il catechismo della Chiesa insegna che i due misteri principali della nostra fede cattolica sono due:
  1. l’unità e la Trinità di Dio;
  2. l’incarnazione, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo.
È cominciata la settimana santa di quest’anno, cioè quel tempo in cui la Chiesa celebra liturgicamente gli ultimi sette giorni di vita di Gesù, dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione, passando per la passione e la crocifissione.  Il mistero pasquale è la fonte e il culmine del messaggio cristiano: senza la croce non possiamo essere discepoli del Signore.
Nel corso dei secoli, Gesù stesso ha parlato del mistero della sua passione a molti santi mistici, alcuni dei quali hanno anche avuto il dono delle stigmate, ricordandoci che dobbiamo vivere con maggiore intensità il suo supremo sacrifico d’amore. Possiamo e dobbiamo vivere anche nella nostra carne il sacrificio della croce del Signore per mezzo del sacramento dell’Eucarestia, il sacrificio incruento della croce.
Ecco alcune preziose “confidenze”, chiamiamole così, che il Signore ha rivelato ad alcuni mistici sulla sua dolorosa passione, uomini e donne che hanno avuto il dono di completare nella propria carne ciò che manca ai suoi patimenti (cfr. Col 1, 24), affinché tutti noi possiamo vivere santamente il mistero pasquale nei sacramenti dell’Eucarestia e della Penitenza.

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SANTA ANGELA DA FOLIGNO

Angela (Foligno, 1248 – Foligno, 4 gennaio 1309): beatificata nel 1693 da papa Innocenzo XII e canonizzata da papa Francesco il 9 ottobre 2013.
Gesù ad Angela:
  • «Non per scherzo ti ho amato!».
  • «Io non ti ho servita per finta. Io non ti ho trattata con distanza».
  • «Angela, sia che tu mangi, sia che beva sempre mi piacerà, se tu mi ami».
  • «Io per te fui crocifisso, ebbi fame e sete e per te sparsi il mio sangue, tanto ti ho amata».
  • «A chiunque mi voglia sentire nell’anima, io non mi sottraggo. A chiunque mi voglia vedere, con massimo piacere mi mostro. Con grandissimo diletto parlo a chiunque voglia rivolgermi la parola».
Meditazione di Angela: “Fu anche nel Cristo il dolore di compassione per la sua dolcissima Madre. Infatti, poiché Cristo amava sopra ogni altra creatura sua Madre, dalla quale sola aveva preso la sua carne, e poiché ella singolarmente, più di qualsiasi creatura, partecipava al dolore del suo vero Figlio per la capacità altissima e profondissima che aveva e più eccellente di quella che aveva qualsiasi altra creatura, per questo Cristo aveva compassione di lei con sommo dolore, poiché vedeva che lei provava sommo dolore. La Madre, infatti, provava sommo dolore e il Cristo portava in sé tale dolore”.

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SANTA BRIGIDA DI SVEZIA

Brigida (Finsta, 3 giugno 1303 – Roma, 23 luglio 1373): fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore; fu proclamata santa da papa Bonifacio IX nel 1391. Il 1º ottobre 1999 Giovanni Paolo II l’ha dichiarata compatrona d’Europa insieme a santa Caterina da Siena e santa Teresa Benedetta della Croce.
Gesù a Brigida:
  • «Io sono il Creatore del cielo e della terra e il corpo che è consacrato sull’altare è il mio vero corpo. Amami con tutto il cuore, perché io ti ho amato. Ho dato liberamente me stesso ai nemici, e i miei amici e mia Madre sono stati colti da un dolore amarissimo e si sono sciolti in lacrime».
  • «Quando vidi la lancia, i chiodi, le fruste e gli altri strumenti preparati per la mia Passione, mi accostai comunque a loro con gioia. E sotto la corona di spine, sebbene il capo grondasse di sangue e il mio sangue scorresse ovunque ed i nemici mi ferissero al cuore, avrei preferito essere straziato in due piuttosto di non averti e non amarti. Per questo saresti davvero ingrata se non mi amassi come riconoscenza del grande amore di cui ho dato prova nei tuoi confronti. Se il mio capo è stato trafitto dalle spine e si è piegato sulla croce, la tua testa deve chinarsi con umiltà; e poiché i miei occhi erano pieni di sangue e di lacrime, devi astenerti da ciò che diletta la vista; e poiché le mie orecchie erano colme di sangue e hanno sentito che venivo denigrato, le tue orecchie non devono ascoltare parole beffarde, sciocche e leggere; e poiché hanno bagnato la mia bocca con una bevanda amara anziché gradevole, devi chiudere la bocca alle parole cattive e aprirla a quelle buone; e poiché le mie mani sono state distese e inchiodate sul patibolo, le tue opere, simboleggiate dalle mani, devono essere tese ai poveri e ai miei comandamenti; i tuoi piedi, ossia gli affetti con cui devi venire a me, devono essere crocifissi ad ogni voluttà; e poiché ho sofferto in tutte le mie membra, così le tue devono essere pronte e disposte a ubbidirmi, perché esigo un maggior servizio da te che dagli altri, in quanto ti ho dotata e arricchita di una grazia più grande ed eccelsa».
La Madonna a Brigida:
  • «Novella sposa di mio figlio! Rimettiti i tuoi abiti e al collo indossa il collare, ossia la Passione di mio Figlio».
  • «Alla morte di mio Figlio, avevo il cuore trafitto da cinque lance: la prima lancia era vedere il mio amatissimo Figlio onnipotente nudo, legato alla colonna, senza poterlo coprire. La seconda erano le accuse delle bestemmie vomitate su di lui, in quanto era accusato di essere un traditore, un uomo bugiardo e perfido, e una spia sleale, lui che sapevo giusto, veridico; lui che non aveva mai voluto offendere nessuno. La terza lancia era la corona di spine che aveva trafitto il suo capo in modo così disumano che il sangue gli colava in bocca, nella barba e nelle orecchie».
  • «Vedendo mio figlio più disprezzato di un lebbroso, uniformai la mia volontà alla sua, ben sapendo che tutte le cose erano state compiute secondo la sua volontà e che non si poteva fare nulla senza il suo permesso e lo ringraziai per tutto ciò. La sua gioia si accompagnava al dolore, poiché vedevo che era innocente e che aveva voluto soffrire con così tanto amore per i peccatori. Dunque, tutti coloro che sono al mondo si rendano conto che ho assistito alla morte amara e crudele di mio Figlio, e gli occhi del loro spirito lo ricordino sempre».
  • «Egli fu trascinato e gettato a terra con tale crudeltà, che la testa urtò il suolo e i denti vibrarono e fu percosso con così tanta forza al collo e sulle guance, che il suono e il contraccolpo giunsero alle mie orecchie e al mio cuore. Poi, su ordine del boia, si spogliò da solo, abbracciando con decisione la colonna; il suo corpo venne straziato e piagato con molti colpi di frusta. Alla prima percossa fui colpita al cuore dal contraccolpo e per poco non svenni; poi, riprendendo coscienza, vidi il suo corpo interamente straziato, perché mentre lo flagellavano era nudo».
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SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE

Margherita Maria (Verosvres, 22 luglio 1647 – Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690): monaca francese, propagatrice del culto e della devozione del Sacro Cuore di Gesù; canonizzata da papa Benedetto XV nel 1920.
Gesù a Margherita Maria:
  • «Mi sono abbandonato a ogni specie di amarezza, per amor tuo e per guadagnare il tuo cuore! E tuttavia tu vorresti ancora contendermelo!».
  • «Non ci sarà nessuno che abbia pietà di me e voglia compatire e prender parte al mio dolore nel pietoso stato in cui i peccatori mi mettono, soprattutto ora?».
  • «Non ho trovato nessuno che abbia voluto darmi un luogo di riposo in questo stato sofferente e doloroso».
Meditazione di Margherita Maria: “Provavo gioie e consolazioni inconcepibili, quando trovavo qualche somiglianza con lui. Con quel dolore voleva che io chiedessi a Dio Padre, per i meriti delle sua incoronazione di spine, alla quale univo la mia, la conversione dei peccatori, e l’umiltà per quelle teste orgogliose, il cui inalberarsi gli era spiacevole e ingiurioso”.

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SANTA FAUSTINA KOWALSKA

Faustina (Głogowiec, 25 agosto 1905 – Cracovia, 5 ottobre 1938): monaca polacca, propagatrice della devozione della Divina Misericordia; è stata canonizzata nel Giubileo del 2000 da papa Giovanni Paolo II.
Gesù a Faustina:
  • «Sono poche le anime che meditano sulla Mia Passione con vero sentimento. Alle anime che meditano devotamente sulla Mia Passione, concedo il maggior numero di grazie».
  • «Desidero che tu conosca in profondità tutto il mio amore per le anime e la mia misericordia. Comprenderai, meditando la mia passione e la mia morte. Vi sono poche anime che riflettono sulla mia passione con una vera partecipazione. È a queste anime che io dono il maggior numero delle mie grazie».
  • «Le anime che somigliano a me nella sofferenza saranno simili a me nella gloria; le altre che mi assomigliano di meno avranno una minore somiglianza con me nella mia gloria. Nella tua meditazione, rifletti su questa visione che hai avuto».
  • «Alle ore tre del pomeriggio implora la mia misericordia in modo speciale per i peccatori e, per un istante, immergiti nella mia passione. In particolare, ricorda l’abbandono in cui mi trovai alla mia morte. È questa un’ora di grande misericordia per il mondo, e io ti permetterò di capire la tristezza mortale che provai in quella solitudine interiore. In quest’ora, non negherò nulla alle anime che mi pregano in nome della mia passione».
Meditazione di Faustina: “Amore Eterno, ordini di dipingere la Tua santa immagine E ci sveli la fonte inconcepibile della Misericordia. Tu benedici chi si avvicina ai Tuoi raggi, Ed all’anima nera dai il candore della neve. O Gesù dolce, hai eretto qui il trono della Tua Misericordia, Per aiutare i peccatori e ridar loro la gioia. Dal Tuo Cuore squarciato, come da limpida fonte, Sgorga il conforto per le anime ed i cuori contriti. Erompe senza posa dal cuore degli uomini L’onore e la gloria per questa Immagine. Ogni cuore inneggi alla Divina Misericordia In ogni momento e nei secoli dei secoli”.

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SAN PIO DA PIETRELCINA

Padre Pio (Pietrelcina, 25 maggio 1887 – San Giovanni Rotondo, 23 settembre 1968): sacerdote dell’ordine dei cappuccini, canonizzato il 16 giugno 2002 da papa Giovanni Paolo II.
Gesù a Padre Pio:
  • «Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore dagli uomini! Sarei stato meno offeso da costoro se li avessi amati meno».
  • «Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò per cagione delle anime da me più beneficiate, in agonia sino alla fine del mondo. Durante il tempo dell’agonia, figlio mio, non bisogna dormire. L’anima mia va in cerca di qualche goccia di pietà umana, ma ahimè mi lasciano solo sotto il peso della indifferenza. L’ingratitudine ed il sonno dei miei ministri mi rendono più gravosa l’agonia. Ahimè come corrispondono male al mio amore! Ciò che più mi affligge è che costoro al loro indifferentismo, aggiungono il loro disprezzo, l’incredulità».
  • «Sotto la Croce s’impara ad amare ed io non la do a tutti, ma solo alle anime che mi sono più care».
Meditazione di Padre Pio: “Sì, io amo la croce, la croce sola; l’amo perché la vedo sempre alle spalle di Gesù. (…) So benissimo che la croce è il pegno dell’amore, la croce è caparra di perdono, e l’amore che non è alimentato, nutrito dalla croce, non è vero amore; esso si riduce a fuoco di paglia”.
Noi amiamo – chiedo a me stessa e a tutti voi – veramente Gesù? Siamo disposti a fare per lui almeno una briciola di ciò che lui ha fatto per noi?




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