lunedì 3 marzo 2014

Piccola raccolta di Sacri Canoni







da Traditio Liturgica 

Ecco una piccola raccolta normativa che risale anche ad un'epoca piuttosto antica. Questa raccolta è sempre presente nel libro liturgico bizantino Orologion to Mega.
Il lettore rimarrà colpito non tanto dalla severità di alcune disposizioni, tanto dal fatto che esse, in Occidente, sono state praticamente capovolte.



PICCOLA SINOPSI DI SACRI CANONI

dei santi apostoli, dei Concili ecumenici e dei Sinodi locali e di alcuni santi padri circa il digiuno e altre osservanze, scelti e raccolti in questo luogo per utilità pratica e guida di ogni cristiano e soprattutto dei consacrati.



Canone 9 degli apostoli. I cristiani fedeli che entrano in chiesa quando si sta svolgendo la divina liturgia e ascoltano le divine Scritture e non rimangono fino alla fine, né fanno la santa comunione, devono essere scomunicati come se avessero causato disordine in chiesa.


Canone 32 degli apostoli
. Se un presbitero o un diacono viene scomunicato dal suo vescovo, egli non potrà essere ammesso da nessun altro tranne che dal suo stesso vescovo che lo ha scomunicato, a meno che il vescovo che lo ha scomunicato non sia già morto.


Canone 42 e 43 degli apostoli. Se un vescovo, un presbitero o un diacono gioca d’azzardo e si ubriaca, deve smettere questa abitudine altrimenti deve essere degradato. Se, invece, è un suddiacono, un lettore o un cantore deve smettere, altrimenti deve essere scomunicato. Allo stesso modo se si tratta di un laico.


Canone 44 degli apostoli. Se un vescovo, un presbitero oppure un diacono chiede interessi a coloro a cui ha imprestato soldi deve smettere, altrimenti deve essere degradato.


Canone 58 degli apostoli. Se un vescovo o un presbitero trascura il suo clero o il popolo e non li educa al timor di Dio, deve essere scomunicato e se insiste nella trascuratezza o negligenza deve essere degradato.


Canone 63 degli apostoli. Se qualche vescovo o presbitero o diacono o qualcuno comunque iscritto nell’elenco dei chierici mangia carne con sangue, che è la sua anima, preso da belve o da bestia morta, sia deposto; se è laico sia scomunicato.


Canone 64 degli stessi. Se qualche chierico sarà sorpreso a digiunare di Domenica o di Sabato, eccetto il solo e unico (Grande Sabato) sia deposto; se è laico sia scomunicato.


Canone 68 degli stessi. Se qualche vescovo o presbitero o diacono o suddiacono o lettore o cantore non digiuna durante la Grande Quaresima, né di mercoledì, né di venerdì, sia deposto, a meno che non sia impedito da malattia corporea; se è laico sia scomunicato.


Canone 70 degli Apostoli. Se un vescovo o un chierico digiuna con gli Ebrei o celebra con loro le feste, per esempio gli azzimi o qualcosa di simile, sia deposto; se è laico sia scomunicato (1).


Dai precetti dei santi apostoli. Libro VIII, capitolo 42. Nel terzo giorno dalla morte dei defunti, leggere salmi e letture e pregare per colui che è risorto il terzo giorno; nel nono giorno per menzionare i vivi ed i morti; nel quarantesimo giorno secondo l’antico rito; in questo modo il popolo ha compianto Mosè; e così tutti gli anni per il loro ricordo; dare ai poveri parte dei loro beni in memoria di loro.


Secondo il 14 e 15 Canone della Penthektìs in Trullo. Non può essere ordinato presbitero, anche se è pienamente degno, chi ha un’età inferiore a trenta anni; ugualmente non deve essere ordinato diacono chi ha meno di venticinque anni; e suddiacono chi ha un’età inferiore a vent’anni. Colui che viene ordinato non rispettando i tempi definiti deve essere degradato.


Secondo il Canone 23 della stessa. Colui che pretende soldi o altro da coloro che si accostano alla divina comunione, deve essere degradato, perché la grazia non si vende.


Secondo il Canone 33 della stessa. Chi prima non riceve il segno della croce e la benedizione non potrà leggere dall’ambone le divine parole; colui che opera in modo contrario deve essere scomunicato (2).


Secondo il Canone 75 della stessa. Coloro che cantano in chiesa lo devono fare con molta attenzione e contrizione, senza voci confuse e discordanti (3).


Secondo il Canone 2 del secondo Sinodo.
Colui che sta per diventare vescovo deve conoscere il Salterio e il significato di ciò che in esso legge, non in modo semplice ma interpretandolo; ugualmente i sacri canoni, il santo Vangelo, l’Apostolo e tutta la divina Scrittura, altrimenti non deve essere ordinato.


Secondo il Canone 4 dello stesso. Colui che pretende oro, argento o altro dai suoi subordinati e per questo esclude qualcuno dalla liturgia o lo scomunica o chiude una santa chiesa per non permettere che si celebri la liturgia, sia sottoposto allo stesso trattamento.


Secondo il Canone 14 dello stesso. Colui sulla cui testa non è stata posta la mano, anche se si tratta di un monaco, non potrà leggere dall’ambone le sacre Scritture. Potrà porre le mani sulla testa dei lettori anche l’igumeno nel suo monastero, se è un sacerdote e ha ricevuto a sua volta la deposizione delle mani dal vescovo (2).


Canone 19 del Sinodo di Gangra. Se senza necessità corporale, ma solo per orgoglio un asceta non osserva i digiuni prescritti al popolo cristiano dalla tradizione e osservati dalla Chiesa, con il segreto pensiero che egli ha mirato al rango di perfetto, che sia anatema.


Canone 50 del Sinodo di Laodicea. Non è consentito sciogliere il digiuno della Quaresima il Giovedi dell’ultima settimana e nemmeno disprezzare tutta la Quaresima; piuttosto si digiuni tutta la Quaresima praticando la xirofaghìa.


Dal Canone 74 e 84 di san Basilio il Grande. Colui a cui è stata data la facoltà di legare e sciogliere i peccatori, vedendo grande compunzione, diminuisca il tempo della punizione. Non scegliere la punizione secondo il tempo, ma secondo il modo.


Canone 15 di Pietro di Alessandria. Nessuno ci accuserà perché secondo la tradizione digiuniamo tutti i Mercoledì e i Venerdì; il Mercoledì perché in questo giorno ha avuto luogo il consiglio dei Giudei per il tradimento del Signore; il Venerdì perché il Signore ha patito per noi. La Domenica, invece, dobbiamo festeggiare e gioire perché è risorto il Signore e in questo giorno ci è stato tramandato di non piegare nemmeno le ginocchia.


Dal Tomo per l’unione, al tempo degli imperatori Costantino e Romano. Solo tre volte all’anno potrà ricevere i sacri misteri colui che per tre volte è sposato: la prima nel giorno della Resurrezione di Cristo e Dio nostro; la seconda nel giorno della Dormizione dell’Immacolata e Pura nostra Sovrana e Madre di Dio; la terza nel giorno di Natale di Cristo Dio nostro. Perciò occorre prima digiunare per avere poi da questo il profitto (4).


Domanda del santissimo patriarca di Alessandria Marco e risposta del santissimo patriarca di Antiochia Teodoro il Valsamo.
Colui che scioglie il digiuno il Mercoledì e il Venerdì di tutto l’anno, senza nessuna malattia del corpo, viene punito, secondo il canone dei santi apostoli; nei Mercoledì e i Venerdì della settimana del Carnevale, dei Latticini, del Rinnovamento e del Dodecaìmeron possiamo tranquillamente sciogliere il digiuno mangiando anche la carne.


Esortazione di Basilio il Grande al sacerdote.

Cerca, o sacerdote, di presentarti come un lavoratore che non ha di che vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità. Non accingerti mai alla sinassi serbando inimicizia verso qualcuno per non mettere in fuga il Paràclito. Nel giorno della sinassi non contendere, non altercare, ma resta in chiesa a pregare e a leggere fino all’ora nella quale devi celebrare la divina mistagogia. Presentati così con compunzione e cuore puro al santo altare, senza guardare qua e là, ma stando con timore e tremore alla presenza del Re celeste. Non accada che per rispetto umano tu affretti o accorci le preghiere; e non fare accezione di persone, ma guarda soltanto al Re che ti sta davanti e alle schiere celesti che stanno attorno. Renditi degno dei sacri canoni. Non concelebrare con quelli ai quali essi lo vietano. Bada a chi stai vicino, a come celebri e a quelli che fai comunicare. Non dimenticare il comandamento del Signore e dei santi apostoli. È detto infatti: Non dare le cose sante ai cani e le perle ai porci. Bada di non consegnare il Figlio di Dio in mano a indegni. Non aver soggezione in quell’ora dei nobili della terra, neppure di chi cinge il diadema. A quelli che sono degni della comunione gratuitamente da’, come tu stesso hai ricevuto. A quelli a cui i divini canoni non lo permettono, non dare la comunione. Stai attento che per tua negligenza non accada che un topo o altro tocchi i divini misteri; che essi non vengano bagnati o anneriti da fumo, oppure unti da sostanze profane e indegne. Osservando queste e simili cose salverai te stesso e quelli che ti ascoltano (5).




________________





1) Il canone 70 ribadisce che tra la Chiesa e la Sinagoga non deve esistere alcuna communicatio in sacris dal momento che la prima si pone su un piano totalmente diverso rispetto alla seconda (che rifiuta Gesù Cristo di Nazareth quale messia, profeta e Dio; non certo qualcosa di marginale!). Il canone 70 non promuove alcuna "persecuzione religiosa" verso gli ebrei come alcuni oggi potrebbero maliziosamente addurre. Non si tratta neppure di una disposizione contro un'etnia particolare (libera di credere come vuole e a chi vuole) ma unicamente di un ordinamento volto a salvaguardare la specificità religiosa della Chiesa nei riguardi dei simpatizzanti della religione ebraica. Oggi tale disposizione è violata. Che direbbero i relatori di tale canone ancor oggi in vigore in Oriente?


2) Alla lettura liturgica della Bibbia non può accedere indiscriminatamente chiunque ma solo chi riceve la benedizione (il permesso) per farlo, volta per volta. Spesso nella prassi tradizionale queste persone sono ministri di ordine inferiore (lettori), non gente qualunque tra il popolo. Questa disposizione mira a stabilire ordine e dignità nel momento della lettura delle Sacre Scritture.


3) Che dire se si pensa ai "cori" mondanizzanti e urlanti di certe chiese? Il popolo tace e beve...


4) La questione dei divorziati risposati è tornata in attualità nel mondo cattolico. Si noti che, comunque, per questo canone il divorziato risposato non può avere una piena vita cristiana come se fosse sposato una sola volta. Anche la Chiesa bizantina, dunque "discriminava"? No! Si tratta di mostrare che il vero matrimonio è uno solo e che, nel caso di fallimento, un secondo matrimonio (si giunge fino ad un terzo) non è altro che un matrimonio penitenziale che pone la persona in uno stato differente rispetto al cristiano ordinario. Di qui la disposizione di una comunione ai Sacri Misteri solo 3 volte all'anno.


5) Ecco cosa prescriveva la tradizione, uno stile che oggi in gran parte non si segue più. Fa pena vedere come laici e ministri sacri abbassino in tal modo la loro dignità fino al punto da distruggerla...









Nessun commento:

Posta un commento