sabato 11 gennaio 2014

Tradizione: motore del Cristianesimo







Redattore di Traditio Liturgica 

Probabilmente le persone non sono abituate a leggere i concetti da me espressi. Non mi meraviglio: viviamo in un tempo in cui tutto è stato talmente frantumato da aver disarticolato le cose tra loro rendendo incomprensibile un discorso che abbia un poco di logica.

Infatti, quando la gente parla di religione non si rende oramai neppure conto che spesso fa affermazioni fuori luogo. Le loro affermazioni fanno letteralmente deragliare la fede trasformandola in una contraddittoria filosofia umana. Purtroppo se questa fosse caratteristica dei laici non ci si stupirebbe neppure tanto. Invece, sono proprio gli educatori, i professori di religione, gli insegnanti di seminario, i preti ad avere idee molto pressapochistiche e confuse. Più sono confusi più pensano di avere la "ricetta giusta" e fanno come gli elefanti in cristalleria dicendo di avere uno stile "giovane" fieramente avverso ai residui di una "chiesa vecchia".

La conseguenza è quella di "far su" una religione "fai da te" a proprio uso e consumo. La "religione fai da te" si riflette in uno stile di vita "fai da te", in un contraddittorio pensiero "fai da te", in una liturgia "fai da te", ecc. È un mondo sempre più disarticolato, sradicato e frantumato...

È invece necessario riprendere un concetto sano di Tradizione. La Tradizione, abbiamo visto, precede ed accompagna la Sacra Scrittura. Una Tradizione intesa così, informa della sua caratteristica anche le tante tradizioni che, nel tempo, sono state istituite nella Chiesa. 

La Tradizione costruisce nella Chiesa un "motore" con tutte le sue parti funzionanti. La logica che ha guidato la costruzione di questo motore è umana e spirituale al contempo, secondo una linea ben precisa. Le tradizioni nate dalla Tradizione cercano di portare benzina a questo motore perché possa funzionare al meglio. Così pure la Chiesa funziona.

Come con un motore vero, non è detto che tutto vada sempre bene: a volte la benzina non è ottima, a volte l'olio è da cambiare, a volte si usura qualche cinghia.... Chiunque ha un motore sa bene che queste cose succedono ma, per questo, non penserebbe mai di buttare via tutto il motore o, peggio, di smontarlo e rimontarlo con un piano rivoluzionario e con pezzi mancanti.

Il motore costruito dalla Tradizione tiene conto che l'uomo ha un aspetto razionale ma anche uno spirituale. Se, nel frattempo, la coscienza del secondo aspetto dell'uomo viene meno, i "meccanici" che revisionano il motore diranno: "Ma a che servono queste ruote? Che serve questa trasmissione? Non fa altro che portare via benzina al motore!!". E così inizieranno a modificare il motore mettendo in una teca dell'officina i pezzi smontati.

In Occidente, con la liturgia, è successo lo stesso. Quando un Abate chiese al principale artefice della riforma liturgica: "Io non saprei come celebrare questa sua nuova messa in monastero!", mons. Bugnini rispose: "A questo non ci avevo mai pensato!!". Bugnini era un "meccanico" che pensava di "risparmiare benzina" modificando, a modo suo, il motore! Ad esempio pensò che fosse assurdo ripetere tre volte Kyrie eleison. Ne bastavano due! Qui si vede il criterio razionalistico a cui ho accennato...

Questo lo osservano pure i cosiddetti tradizionalisti cattolici. Quello che a loro però sfugge, è che questo atteggiamento è divenuto possibile perché oramai da tempo la parte "spirituale" dell'uomo non era più ritenuta così importante nel mondo Cattolico. Si era diffusa (e oggi impera) un'idea di uomo molto razionalistica, un uomo efficiente, per un mondo sempre più tecnologico ed efficiente. (In questo senso, pensare che ci si "santifica" solo facendo bene il proprio lavoro profano, come dicono alcuni, mi sembra molto inquietante...). Se le cose vanno appena un po' meglio, si pensa ad un uomo etico. Si dimentica, però, che esistono fior fior di atei eticissimi. Per essere etici non serve essere credenti!

Conseguentemente gli aspetti della Tradizione o delle tradizioni che sottolineavano il mondo spirituale sono stati messi in ombra e poi totalmente dimenticati.

In Occidente non fu riformata solo la liturgia ma tutto un modo di essere Chiesa. I presupposti di ciò covavano da moltissimo tempo. Non dico che certe cose non dovessero essere cambiate. Dico che qui è il modo "profondo" di essere Chiesa che è messo da parte.

Così, oggi abbiamo un nuovo motore con pezzi del vecchio e pezzi nuovi. Il disegno è cambiato, il funzionamento pure ma la resa è la stessa? A veder il continuo calo di affluenza nelle chiese direi di no...

Oggi sembra che nel Crisianesimo occidentale ci si vergogni di parlare di "grazia di Dio". Ma questo non può proprio essere segno di quella cancellazione dell'aspetto spirituale a cui accennavo?

Non sono domande "cattive". Sono domande molto serie e ben fondate.

Se poi, come succede, la Tradizione e le tradizioni che si collegano ad essa sono ritenute cose "molto vecchie", è normale che non ci si volga più verso di esse, non ci si confronti più su cosa faceva o pensava un san Giovanni Crisostomo, ad esempio.

Lungo la storia della Chiesa, ci sono sempre stati momenti in cui, volgarizzando la Rivelazione, si tendeva a sfocarla o a decurtarla. È un fenomeno inevitabile: quando si spiega il Vangelo ai semplici lo si deve adattare tradendolo un po', pur di avvicinarlo alla loro portata. Questo decurtamento avviene anche quando si passa da un modulo culturale ad un altro (L'evangelizzazione dei barbari in Occidente ha chiesto uno sforzo non da poco e ha dovuto adattare il vangelo alle loro menti ).
Tuttavia, fintanto che si teneva in alta considerazione la Tradizione, c'era sempre la possibilità di riequilibrarsi, di correggere un tiro sbagliato.

Oggi si può dire lo stesso, visto che le si nutre pure odio preconcetto? Così si chiude a chiave la porta e si butta la chiave: il recupero è impossibile!
Ecco perché generalmente ci si vergogna di parlare di "grazia di Dio" e nessuno pare dolersene!

Viceversa, per la Tradizione, la "grazia di Dio" (o l'espansione del "Regno di Dio", come dicevamo nel post precedente) è una cosa molto seria.

La Tradizione, prendendo seriamente in considerazione questo aspetto, ha sempre costruito una Chiesa in cui l'aspetto carismatico (o spirituale) non fosse isolato da quello strutturale e organizzativo. Per questo in Oriente, quando si vide che i vescovi sposati non "funzionavano bene" li si sostituì con dei vescovi formati nei monasteri che parevano spiritualmente più seri. Questa simbiosi tra monastero (ossia mondo spirituale), struttura della Chiesa e suo insegnamento, è sempre stata una caratteristica orientale ma anticamente apparteneva pure all'Occidente. Lo stesso Agostino d'Ippona era vescovo ma frequentava monasteri e li fondava. La Chiesa alto medioevale in Occidente conservava i riferimenti monastici antichi tant'è vero che, in una regione, un abate che si distinguesse nella vita religiosa, diveniva il riferimento di molti. Ildegarda di Bingen, abbadessa, era consigliera di re. Non un sacerdote, si noti!, ma una monaca donna!
Poi i monasteri decaddero e gli equilibri furono obbligatoriamente cambiati.

Il primo vero passo per poter ritornare a dare linfa all'Occidente è, dunque, quello di riprendere l'equilibrio antico, riponendo la vita religiosa e mistica al centro della Chiesa, non alla sua periferia, non nella vetrina del salotto buono. Questo bisogna farlo realmente, non in una fumosissima e astratta teoria puntualmente smentita dalla pratica (come avviene).

Il monachesimo non è il pezzo antico da collezione da far vedere ad un ospite curioso!! Ma qui è indispensabile che il monastero sia serio e funzioni, non che sia un pensionato di zitelloni a cui pesa pure pregare la "Liturgia delle Ore", un breviario così leggero che personalemente lo lascerei solo ai laici!

Oggi il Cristianesimo occidentale ha troppa fiducia nelle sue scelte secolari, nei suoi "progetti aziendali", nelle sue indagini statistiche. È un Cristianesimo tutto di "mente" e assai poco di "cuore" (in senso biblico).
Questo determina la sua attuale anemia e rovina.

Risorgerà? Solo se torna alla Tradizione!








Traditio Liturgica




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