sabato 18 gennaio 2014

In due anni Benedetto XVI ha dimesso 384 preti per abusi su minori



260 sacerdoti nel 2011 e 124 nel 2012 sono stati ridotti allo stato laicale (su loro richiesta o perché obbligati a farlo dalla Santa Sede) per pedofilia e violenze sessuali



ANDREA TORNIELLI

È un dato che colpisce e che mostra quanto necessario fosse l'inasprimento della legislazione canonica introdotto nel 2010 da Benedetto XVI per permettere di affrontare in modo più efficace il triste fenomeno: nei due anni successivi ben 384 preti riconosciuti colpevoli di abusi  sui minori sono stati ridotti allo stato laicale: 260 nel 2011, 124 nel 2012. L'importante notizia è stata divulgata ieri sera dalla corrispondente dell'Associated Press, Nicole Winfield.

bigstory.ap.org/article/apnewsbreak-pope-defrocks-400-priests-2-years

La statistica, tratta dai dati pubblicati nel volume «Attività della Santa Sede 2012», nella quale si descrivono anche le attività dell'Ufficio disciplinare della Congregazione per la dottrina della fede, attesta dunque un drammatico aumento rispetto ai casi del 2008 e 2009, che ammontavano in tutto a 171.


In un primo commento a caldo, il direttore della Sala Stampa vaticana aveva inizialmente contestato la lettura dei dati statistici fornita da AP, ma poco dopo lo stesso padre Federico Lombardi ne ha confermato l'assoluta correttezza. E un'ulteriore conferma è arrivata anche dal vescovo maltese Charles Scicluna, il prelato che per un decennio ha guidato nell'ex Sant'Uffizio la squadra incaricata di vagliare questi casi.


Risale ai primi anni del nuovo millennio, dopo il grave scandalo dei preti pedofili negli Usa, la decisione di Giovanni Paolo II e dell'allora cardinale Joseph Ratzinger di avocare a Roma tutti i casi di sacerdoti accusati di abuso sui minori. Ma è con l'elezione di Benedetto che la lotta al fenomeno compie un balzo in avanti. Nell'aprile 2008, nell'intervista durante il volo che lo portava negli Usa, Papa Ratzinger disse: «Escluderemo rigorosamente i pedofili dal sacro ministero: è assolutamente incompatibile e chi è veramente colpevole di essere pedofilo non può essere sacerdote». Il Papa in occasione dei suoi viaggi incominciava a incontrare regolarmente alcune vittime di abusi, chiedendo, con il suo esempio concreto prima ancora che con la sua parola, un cambiamento di mentalità a tutta la Chiesa.


Il 2009 è l'anno della pubblicazione dei report sugli abusi in Irlanda, e nel 2010 emergono gli scandali in Germania. Benedetto XVI pubblica una lettera indirizzata ai cattolici irlandesi e ordina una visita apostolica a tutte le diocesi di quel Paese. Intervistato durante il volo che lo porta a Lisbona, nel maggio 2010, Papa Ratzinger afferma: «La più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia».


Il 15 luglio 2010 vengono rese note alcune modifiche alle «Normae de gravioribus delictis», che di fatto introducono una legislazione di emergenza per questi casi

www.vatican.va/resources/resources_lettera-modifiche_it.html

Tra le novità più importanti c'è quella che riguarda il termine di prescrizione, elevato da dieci a vent'anni. Le procedure vengono snellite e semplificate e, nei casi più gravi, la dimissione dallo stato clericale può venir presa per via amministrativa. Si ribadisce ancora una volta che «Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte».


Il notevole incremento di riduzioni allo stato laicale registrato nel biennio successivo appare come una diretta conseguenza delle norme più efficaci appena introdotte per contrastare il fenomeno degli abusi.






Vatican Insider   18/01/2014

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