giovedì 19 dicembre 2013

Gesù è nato proprio il 25 dicembre!



 
 
 
di Isacco Tacconi

Vivendo in tempi altamente sospetti, all’approssimarsi di festività importanti, è necessario riproporre del sano revisionismo storico. Sfatiamo dunque un mito moderno recentemente rispolverato e oggi molto in voga. Molto spesso si dichiara con sconcertante sicurezza e disinvoltura che il giorno 25 dicembre altro non sia che la “cristianizzazione” della festa pagana del Sol invictus.
E’ bene perciò chiarire, anzitutto, che il solstizio d’inverno – data in cui si festeggiava nelle culture politeiste il Sol invictus - cade il 21 dicembre e non il 25.

Ma cos’è il Sol Invictus? E' il dì in cui la durata del giorno inizia ad aumentare, dopo il solstizio d’inverno, e dunque avviene una sorta di “rinascita” del sole. Secondo gli antichi, il Sole letteralmente si fermava durante il solstizio d’inverno (dal latino solstitium, ovvero «sole fermo»). In tale occasione il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradualmente ad aumentare fino al solstizio d’estate dove, ovviamente, accade il contrario. Fu istituito come festa romana soltanto nel 274 d.C. dall’imperatore Aureliano, ossia quasi a distanza di tre secoli dalla nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, quindi non poteva essere stata sfruttata positivamente dai cristiani.

La Chiesa primitiva aveva fissato la data di nascita di Gesù al 25 dicembre già nei primissimi anni successivi alla sua morte, poiché le tradizioni, le date e gli eventi riguardanti la vita di Gesù venivano conservate e tramandate con estrema cura e precisione dai testimoni diretti, prima fra tutti la sua Santa Madre Maria. Questo è stato ricavato dallo studio dell’antichissima tradizione di matrice giudeo-cristiana - risultata fedelissima al vaglio degli storici contemporanei - e che ha avuto origine dalla cerchia dei familiari di Gesù, ossia dalla originaria Chiesa di Gerusalemme e di Palestina. Lungi dall’essere una data arbitraria, dunque, il giorno 25 dicembre, nel calendario romano, coincideva con il 25 di casleu, il 3° mese nel calendario ebraico, nel quale ricorre la festa della dedicazione (hanukkah) del Tempio di Gerusalemme. Tale festa, conosciuta anche come “festa delle luci”, è stata fedelmente “ereditata”, e non “convertita”, dal cristianesimo che ne ha conservato memoria e rivelato il senso perfetto che in Cristo, “Nuovo e Vero Tempio” di Dio, trova pieno compimento. Neanche in questo caso, però, si può accusare il cattolicesimo di sincretismo poiché gli ebrei, pur conservando la festività di hanukkah, non riconoscono l’autenticità del libro dei Maccabei, nel quale, tuttavia, viene narrata proprio l’istituzione di tale festa. Dunque, chi ha conservato fedelmente e integralmente anche la tradizione ebraica pre-cristiana è proprio la Chiesa Cattolica guidata al senso autentico di cui quella del tempio gerosolimitano era solo prefigurazione e preparazione.


Il Vangelo di Luca ci offre delle informazioni storiche e geografiche molto precise essendo l’evangelista un medico di origine greca e, quindi, di formazione “scientifica”. Perciò il suo vangelo è estremamente dettagliato nel raccogliere i dati e le coordinate spazio-temporali della storia profana. Al tempo di Erode Ascalonita re della Giudea detto “il grande”, un sacerdote di nome Zaccaria si trovava in Gerusalemme per officiare il culto al tempio. I sacerdoti d’Israele erano divisi in “classi” che si succedevano ciclicamente nel servizio del tempio e Zaccaria, ci riferisce Luca, apparteneva alla classe sacerdotale di Abia. “Compiuti i giorni del suo servizio tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi”(Lc 1,23-24). L’evangelista San Luca, quindi, ci dice precisamente che dai giorni della classe di Abia sono trascorsi cinque mesi e subito dopo afferma :“Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria”(Lc 1,26-27). E nel dire “nel sesto mese” il vangelo di Luca si riferisce al sesto mese dal concepimento di Giovanni Battista. Abbiamo quindi un primo riferimento temporale: tra i due concepimenti intercorrono 6 mesi.


Nel 1947 a Qumran, sul Mar Morto, vengono scoperti migliaia di rotoli manoscritti tra cui “il Libro dei Giubilei”, un testo del II secolo a.C. , quindi pre-cristiano e, di conseguenza, non imputabile di parzialità. La fonte giudaica ci ha permesso di conoscere, dopo quasi due millenni, le date precise in cui le “classi sacerdotali” di Israele officiavano al Tempio di Gerusalemme, ciclicamente da sabato a sabato, quindi sempre nello stesso periodo dell’anno. Il testo in questione riferisce poi che la classe di Abia, l’ottava delle ventiquattro che si susseguivano ciclicamente nel servizio del Tempio - classe sacerdotale cui, come abbiamo visto, apparteneva il sacerdote Zaccaria, il padre di Giovanni Battista - entrava nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre. Ma se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo il vangelo di Luca ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, che gli ha comunicato - nonostante la sua vecchia età e la sterilità della moglie Elisabetta - che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, vuol dire che San Giovanni Battista, il Precursore del Signore, sarebbe nato intorno al 24 giugno, circa nove mesi dopo l’Annuncio dell’angelo.


Da questi dati poi il conteggio è semplice: il Battista è stato concepito intorno al 23 di settembre e, dopo 6 mesi circa ossia il 25 di marzo, è stato concepito Nostro Signore e, com’è naturale, dopo 9 mesi esatti ossia il 25 dicembre, è nato il Salvatore del mondo. Pertanto la scoperta archeologica di Qumran, ha confermato definitivamente ciò che le ricorrenze liturgiche (25 marzo; 24 giugno; 25 dicembre), rifacentesi alla tradizione bimillenaria e ininterrotta dei concepimenti e dei giorni di nascita, sia di Giovanni che soprattutto di Gesù, hanno da sempre fedelmente trasmesso. In definitiva, con buona pace degli ostinati propugnatori del Sol invictus, possiamo affermare con certezza non solo che Gesù è nato proprio il 25 dicembre ma che i vangeli dicono la verità storica circa i fatti accaduti nella notte più santa di tutti i tempi.





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