venerdì 8 novembre 2013

Se il Papa invita a battezzare quanto prima i bambini

 
Papa Francesco
Papa Francesco e i bambini

«I sacramenti non sono riti, sono la forza di Cristo...». Il magistero di Francesco sull'essenziale della fede e la prassi delle Chiese europee

ANDREA TORNIELLI Città del Vaticano


Nel corso dell'udienza del mercoledì, aggiungendo come al solito sottolineature e spiegazioni che rendono più vivido il testo preparato, Papa Francesco ha parlato della «forza» dei sacramenti. Ha spiegato che «non sono apparenze, non sono riti; i sacramenti sono la forza di Cristo, c’è Gesù Cristo, nei sacramenti. Quando celebriamo la messa, nell’eucaristia c’è Gesù vivo, proprio Lui, vivo, che ci raduna, ci fa comunità, ci fa adorare il Padre».


Bergoglio ha quindi messo in evidenza che «ogni incontro con Cristo che nei sacramenti ci dona la salvezza, ci invita ad ‘andare’ e comunicare agli altri una salvezza che abbiamo potuto vedere, toccare, incontrare, accogliere, e che è davvero credibile perché è amore». Ecco che così «i sacramenti ci spingono ad essere missionari, e l’impegno apostolico di portare il Vangelo in ogni ambiente, anche in quelli più ostili, costituisce il frutto più autentico di un’assidua vita sacramentale, in quanto è partecipazione all’iniziativa salvifica di Dio, che vuole donare a tutti la salvezza».


«E per questo - ha aggiunto a braccio il Papa - è importante fare la comunione; è importante che i bambini siano battezzati presto; è importante che siano cresimati». Perché «questa è la presenza di Gesù Cristo in noi, che ci aiuta». E poi «è importante, quando ci sentiamo peccatori, andare al sacramento della riconciliazione. ‘No, Padre, ho paura, perché il prete mi bastonerà!’. No, non ti bastonerà, il prete. Tu sai chi incontrerai nel sacramento della riconciliazione? Gesù, Gesù che ti perdona. È Gesù che ti aspetta lì, e questo è un sacramento. E questo fa crescere tutta la Chiesa».


Francesco insiste dunque sull'importanza di battezzare presto i bambini e sull'importanza della comunione. Più volte da cardinale, Bergoglio aveva ripetuto che la Chiesa deve «facilitare» la fede delle persone più che regolarla. E proprio a proposito dell'accesso ai sacramenti ha sempre amministrato molti battesimi, anche in occasione dei pellegrinaggi e delle grandi feste dedicate ai santi. Li ha amministrati dopo brevi catechesi.


Nel libro intervista con Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, l'allora arcivescovo di Buenos Aires raccontava: ««Proprio qualche giorno fa ho battezzato sette figli di una donna sola, una vedova povera, che fa la donna di servizio e li aveva avuti da due uomini differenti. Lei l’avevo incontrata l’anno scorso alla festa di San Cayetano. Mi aveva detto: padre, sono in peccato mortale, ho sette figli e non li ho mai fatti battezzare. Era successo perché non aveva i soldi per far venire i padrini da lontano, o per pagare la festa, perché doveva sempre lavorare… Le ho proposto di vederci, per parlare di questa cosa. Ci siamo sentiti per telefono, è venuta a trovarmi, mi diceva che non riusciva mai a trovare tutti i padrini e a radunarli insieme… Alla fine le ho detto: facciamo tutto con due padrini soli, in rappresentanza degli altri. Sono venuti tutti qui e dopo una piccola catechesi li ho battezzati nella cappella dell’arcivescovado. Dopo la cerimonia abbiamo fatto un piccolo rinfresco. Una coca cola e dei panini. Lei mi ha detto: padre, non posso crederlo, lei mi fa sentire importante… Le ho risposto: ma signora, che c’entro io?, è Gesù che a lei la fa importante».


«Dopo una piccola catechesi...». Vien da pensare ai percorsi di iniziazione cristiana nelle Chiese europee. Spesso il sacramento dei figli è l'occasione per agganciare i genitori, per proporre nuovamente loro l'annuncio evangelico. Ed è comprensibile che si strutturino percorsi di una certa durata. A posticipare il battesimo sono le famiglie, mentre sono le diocesi a posticipare sempre di più comunione e cresima. Con il rischio di far passare l'idea che il sacramento sia il punto d'arrivo, il traguardo di un percorso di preparazione. E che dipenda dalla preparazione di chi lo riceve. Ovviamente è necessario essere preparati. Ma si rischia di non mettere più in primo piano quella «forza» del sacramento di cui parla il Papa, quasi che l'efficacia dipendesse esclusivamente dalla (lunga) preparazione di chi lo riceve.




Vatican Insider  6/11/2013


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