mercoledì 3 aprile 2013

Le istruzioni di San Francesco sulla sacra liturgia





I calici non siano di materiale vile, ma prezioso (San Francesco d’Assisi).


A CURA DI ANDREA LONARDO
Fonte: www.gliscritti.it, 20 dicembre 2012.


SAN FRANCESCO D'ASSISI,
PRIMA LETTERA AI CUSTODI: FF 241. 

2 Vi prego, più che se riguardasse me stesso,
che, quando vi sembrerà conveniente e utile,
supplichiate umilmente i chierici che debbano
venerare sopra ogni cosa il santissimo corpo e
sangue del Signore nostro Gesù Cristo e i santi
nomi e le parole di lui scritte che consacrano il
corpo.

3 I calici, i corporali, gli ornamenti dell’altare
e tutto ciò che serve al sacrificio, debbano
averli di materia preziosa.

4 E se in qualche luogo il santissimo corpo
del Signore fosse collocato in modo troppo miserevole,
secondo il comando della Chiesa venga
da loro posto e custodito in un luogo prezioso, e
sia portato con grande venerazione e amministrato
agli altri con discrezione.


M SAN FRANCESCO D'ASSISI, LETTERA A TUTTI I CHIERICI, I: FF 208A-209A.

Tutti coloro, poi, che amministrano così santi
misteri, considerino tra sé, soprattutto chi li amministra
illecitamente, quanto siano vili i calici, i
corporali e le tovaglie, dove si compie il sacrificio
del corpo e del sangue di lui.

5 E da molti viene collocato e lasciato in luoghi
indecorosi, viene trasportato in forma miseranda
e ricevuto indegnamente e amministrato
agli altri senza discrezione.
Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta
vengono calpestate con i piedi, 7 perché«l’uomo
animale non comprende le cose di Dio».

8 Non dovremmo sentirci mossi a pietà per
tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore
si mette nelle nostre mani e noi lo tocchiamo
e lo assumiamo ogni giorno con la nostra
bocca? 9 Ignoriamo forse che dobbiamo venire
nelle sue mani?
Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito
e con fermezza emendiamoci; 11 e dovunque il
santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo
sarà stato collocato e abbandonato in modo illecito,
sia rimosso da quel luogo e posto e custodito
in un luogo prezioso.

12 Ugualmente, dovunque i nomi e le parole
scritte del Signore siano trovate in luoghi immondi,
siano raccolte e debbano essere collocate
in luogo decoroso.

13 Tutte queste cose, sino alla fine, tutti i
chierici sono tenuti ad osservarle più di qualsiasi
altra cosa.

14 E quelli che non faranno questo, sappiano
che dovranno renderne «ragione» davanti al Signore
nostro Gesù Cristo «nel giorno del giudizio».


M SAN FRANCESCO D'ASSISI, TESTAMENTO: FF 113–114.

E questi e tutti gli altri [sacerdoti] voglio temere,
amare e onorare come miei signori.

9 E non voglio considerare in loro il peccato,
poiché in essi io discerno il Figlio di Dio e sono
miei signori.

10 E faccio questo perché, dello stesso altissimo
Figlio di Dio nient’altro vedo corporalmente,
in questo mondo, se non il santissimo corpo e
il santissimo sangue suo, che essi ricevono ed essi
soli amministrano agli altri.

11 E voglio che questi santissimi misteri sopra
tutte le altre cose siano onorati, venerati e collocati
in luoghi preziosi.

12 E i santissimi nomi e le parole di lui scritte,
dovunque le troverò in luoghi indecenti, voglio
raccoglierle, e prego che siano raccolte e
collocate in luogo decoroso.


M TOMMASO DA CELANO, MEMORIALE (COMUNEMENTE DETTO VITA SECONDA), 201: FF 789.

Un giorno volle mandare i frati per il mondo
con pissidi preziose, perché riponessero nel luogo
più degno possibile il prezzo della redenzione,
ovunque lo vedessero conservato con poco
decoro.


M CONCILIO LATERANENSE IV, CANONE XIX.

Non vogliamo tollerare che alcuni chierici si
servano delle chiese per depositare le suppellettili
loro e di altri di modo che esse assomigliano
più a case di laici che a delle basiliche di Dio.

Essi dimenticano che il Signore non permetteva
che un vaso venisse portato per il tempio.

Altri non hanno per le loro chiese alcuna cura,
permettono che i vasi sacri, i paramenti liturgici,
le nappe dell'altare, e perfino i corporali,
siano così sporchi che ad alcuni fanno ribrezzo.

Poiché, dunque, lo zelo della casa di Dio ci
divora, proibiamo con ogni fermezza di depositare
queste suppellettili nelle chiese, salvo che,
in caso di incursioni nemiche, di incendi improvvisi,
o di altre urgenti necessità, non si debba
cercar rifugio in esse a condizione che passato
il pericolo gli oggetti siano riportati al loro posto.

Comandiamo anche che i luoghi di culto, i
vasi sacri, i corporali, le vesti cui abbiamo accennato,
siano conservati puliti. È infatti assurdo
che si tolleri negli oggetti sacri tale sporcizia,
che sarebbe vergognosa anche nelle cose profane.


M CONCILIO LATERANENSE IV, CANONE XX.

Ordiniamo che in tutte le chiese il crisma e
l'Eucarestia debbano esser conservati scrupolosamente
sotto chiave, perché nessuna mano temeraria
possa impadronirsi di essi profanandoli
con usi innominabili. Se il custode li abbandona,
sia sospeso dall'ufficio per tre mesi; e se per la
sua negligenza accadesse qualche cosa di abominevole,
sia assoggettato ad una pena più grave.


MiL

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