mercoledì 16 gennaio 2013

MARCIA PER LA VITA 2013: intervista a Virginia Coda Nunziante



Virginia Coda Nunziante



a cura di Mauro Faverzani

Intervista rilasciata da Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la Vita 2013, a Cultura Cattolica e Corrispondenza Romana.



La Marcia per la Vita è ormai diventata un importante appuntamento annuale per il mondo pro-life italiano. Che cosa vi proponete?



La Marcia per la Vita è innanzitutto un momento di incontro pubblico di tutte le associazioni, gruppi, famiglie, singoli individui che costituisce la vasta e variegata realtà pro-life in Italia.

Non si tratta solo di conoscersi e di passare una giornata insieme per affermare il diritto alla vita in un’atmosfera di amicizia e collaborazione. Non è solo una festa per la Vita. Si tratta anche e soprattutto di esprimere la nostra protesta contro l’uccisione degli innocenti, che in Italia è stata legalizzata dalla legge 194 del 22 maggio 1978. Il nostro rifiuto dell’aborto, e della legge che lo legalizza, è totale, senza eccezioni e senza compromessi. Questo è il principale denominatore comune di chi si ritroverà a Roma il prossimo 12 maggio.

Quali sono i vostri rapporti con il mondo cattolico e con la Conferenza Episcopale Italiana?

La Marcia per la Vita non è un’iniziativa “ecclesiale”, ma come tutte le altre marce di questo genere nel mondo (Washington, Parigi, Bruxelles, Madrid etc.) nasce da un’iniziativa spontanea ed autonoma di laici cattolici ai quali il diritto canonico attribuisce ampia autonomia nel campo temporale. E’ molto importante mantenere questo carattere di indipendenza dalle autorità ecclesiastiche: i nemici della vita usano qualsiasi pretesto pur di attaccare il nostro messaggio. È bene che i vescovi diano ai fedeli indicazioni chiare nel campo della fede e della morale – e l’aborto rientra in questo campo – senza intervenire in prima persona nelle scelte politiche od operative. Ovviamente questo non contrasta con l’adesione e l’incoraggiamento che lo scorso anno molti vescovi e cardinali, anche tra i più autorevoli, hanno dato alla nostra iniziativa. Anche quest’anno abbiamo già ricevuto importati adesioni di prelati da tutto il Paese.

Lei ha sottolineato l’indipendenza della Marcia per la Vita, ma possiamo considerarla, in senso più ampio, come un’iniziativa “cattolica”?

Il Comitato che organizza la Marcia per la Vita è composto da cattolici, ed è logico che sia così. L’Italia è un Paese cattolico e dal cattolicesimo attinge le sue migliori energie spirituali e morali. Il nostro appello alla difesa della vita non si rivolge però solo ai cattolici, ma a tutti coloro che riconoscono l’esistenza di una legge naturale, scritta nel cuore di ogni uomo, che proibisce l’uccisione dell’innocente. L’aborto non viola solo la morale cattolica, ma la legge naturale, valida per ogni uomo, in ogni epoca e sotto ogni latitudine. Questo spiega come lo scorso anno abbiamo registrato la partecipazione di cittadini italiani evangelici, ortodossi e buddisti, ma anche dichiaratamente atei. La Marcia per nostra scelta si conclude a Castel S. Angelo e non a S. Pietro, proprio per sottolineare il carattere non confessionale dell’iniziativa, aperta a tutti gli uomini di buona volontà.

Qualcuno vi ha accusato di avere interessi politici.

Vale per i partiti politici quanto abbiamo detto per le gerarchie ecclesiastiche. L’aborto è un tema etico che ha una chiara proiezione politica ed è anche sul piano politico che vogliamo incidere, lottando per abolire la 194. La nostra iniziativa però è rigorosamente apartitica. Sul nostro sito leggerà che la “Marcia per la Vita” è aperta a tutti, senza preclusioni di ordine politico o religioso; siamo ben lieti della partecipazione di uomini politici, ma a titolo personale; non sono ammessi però striscioni, simboli o slogan politici. L’altro anno intervenne il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ma fu una presenza istituzionale e non politica, dovuta alla prima autorità della Città in cui si svolgeva la Marcia.Consideriamo la nostra autonomia da ogni indebita pressione un bene da tutelare.

Il successo dello scorso anno non vi spinge a creare un nuovo Movimento per la Vita in Italia?

Non abbiamo assolutamente questa intenzione. In Italia esiste da oltre 30 anni un Movimento per la Vita e ci auguriamo che continui ad esistere, anche perché in esso abbiamo tanti amici e collaboratori; auspichiamo però che sia meglio compresa la necessità di grandi manifestazioni pubbliche in difesa della vita. Noi siamo nati proprio per supplire a questa lacuna del mondo pro-life italiano, ma vogliamo limitarci alla organizzazione periodica di queste manifestazioni: dalla netta denuncia pubblica verrà lo spostamento culturale e da questo il mutamento legislativo per la vita. E’ per questo che la nostra struttura giuridica è quella di un Comitato e non di un’associazione. Esistiamo in funzione dell’evento concreto che organizziamo, ma lasciamo ad altri amici il compito di sviluppare con altre iniziative la difesa per la vita in Italia.

Ci sono state delle ricadute dopo la Marcia dell’anno scorso?

Sì, e vorrei ricordarne principalmente due: la nascita della rivista “Pro life News” ad opera di Antonello Brandi, un mensile tutto dedicato alla difesa della vita; e la costituzione dei “Giuristi per la Vita”, un gruppo di validi avvocati e giuristi che offrono il loro impegno gratuitamente, fondati e presieduti dall’avv. Gianfranco Amato.

In che modo vi si può aiutare?

In primo luogo partecipando alla Marcia per la Vita e diffondendone la conoscenza, E poi, come è scritto sul nostro sito: con la preghiera, che smuove le montagne (1 Cor. 13, 2) e vince ogni difficoltà; con la costituzione, in ogni città italiana, di centri locali che ci aiutino sul piano organizzativo; con il sostegno economico che può moltiplicare le nostre possibilità. 


Sito: www.marciaperlavita.it; Email: info@marciaperlavita.it; Tel.: 06-3233370 – 06-3220291


Corrispondenza Romana 

Nessun commento:

Posta un commento