mercoledì 23 gennaio 2013

La rivoluzione antropologica delle nuove carte d’identità

Carta d'identità




di Dina Nerozzi

Il 2007, per decisione del Parlamento Europeo, è stato l’anno europeo delle pari opportunità per tutti. Pochi in realtà hanno compreso il significato di questo evento e pochi sanno che la burocrazia di Bruxelles continua a lavorare per creare “una società più giusta”, lavoro che dovrebbe giungere in porto nel 2016 con le nuove carte d’identità personali in cui il termine sesso sarà sostituito dalla più moderna dizione IG (identità di genere). Pochi sanno che la decisione di adottare la “moderna” prospettiva di genere è stata il frutto dell’applicazione dei “Principi di Yogyakarta”, principi che intendono applicare le leggi internazionali sui diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere.

Questi principi sono stati stilati da 31 “esperti” di varia provenienza che, di fatto, hanno deciso di abolire le leggi di natura perché considerate obsolete e hanno deciso anche quale debba essere il futuro per l’intera umanità. Data la portata dell’argomento sarebbe stato, forse, il caso di informare in maniera adeguata i cinquecento milioni di persone che vivono in Europa e che dovrebbero adottare questa insana rivoluzione antropologica. In realtà tutto procede sotto traccia fino a quando un giorno arriveranno le nuove carte d’identità in cui le tradizionali figure di maschio e femmina saranno sostituite da 5 generi secondo le indicazioni di Anna Fausto Sterling (The five sexes: Why Male and Female Are Not Enough, “The sciences”, March/April 1993, pp. 20-24).

In base ai principi di Yogyakarta tutti gli orientamenti sessuali (cioè l’attrazione sessuale nei confronti dell’altro sesso, del proprio sesso, dei minori, di qualsivoglia soggetto o oggetto) devono avere uguale valenza nel mondo governato dalla modernità, così come deve essere possibile cambiare la propria identità sessuale (il maschio che si sente intrappolato nel corpo sbagliato può diventare femmina, e viceversa, senza alcuna interferenza e a spese del Sistema Sanitario Nazionale). Queste sono le nuove frontiere dei diritti umani che portano con sé anche i nuovi diritti civili.

Non si può dire che questi argomenti non giungano all’attenzione del pubblico, se ne discute, ma nessuno sa che, indipendentemente da tutto, il processo prosegue indisturbato il suo iter burocratico. La politica sembra propensa a varcare la soglia del nuovo mondo. La posizione assunta dal conservatore Cameron in Inghilterra, per non parlare della Spagna, dei paesi nordici, e anche le recentissime aperture di Berlusconi in questa direzione lasciano intendere che non esistono preclusioni. Questa è la ragione per cui bisogna svegliarci e reagire oppure un giorno non lontano ci diranno che gli Stati che non collaboreranno all’attuazione del nuovo paradigma stabilito dal Parlamento europeo saranno sottoposti a sanzioni. A quel punto non resteranno aperte che due strade: accettare la situazione o armarci.


Corrispondenza Romana  16 gennaio 2013

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