mercoledì 7 novembre 2012

Quando è cominciata l’esigenza della nuova evangelizzazione? Benedetto XVI ha messo a posto l’orologio.




di Stefano Fontana




Quando è nata l’esigenza di una nuova evangelizzazione? Siccome l’autore di questa espressione è stato Giovanni Paolo II, si può pensare che le esigenze di una nuova evangelizzazione si siano manifestare all’inizio del suo pontificato. Diciamo, quindi, negli anni Ottanta.

Però, parlando ai Vescovi riuniti a Roma per il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, Benedetto XVI ha ricordato che, in fondo, anche il Concilio Vaticano II era stato convocato per rispondere alle esigenze della nuova evangelizzazione. Quindi bisogna spostare indietro le lancette dell’orologio.

Infine, concludendo il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, il Papa ha spostato le lancette ancora più indietro, e di molto. Ha detto che l’urgenza di una nuova evangelizzazione è nata alla metà dell’Ottocento, quando la società cominciò a costruirsi senza Dio o contro Dio. Quando, cioè, è iniziato il moderno processo di secolarizzazione.

Mi sembra che questa retrodatazione sia molto importante e non mi sembra che le sia stata dedicata sufficiente attenzione.

Essa significa che da Pio IX a Benedetto XVI la Chiesa è impegnata in un unico progetto: mettere Dio al centro della vita personale e comunitaria. C’è stata un’unica Chiesa, in tutti questi anni, un unico obiettivo, i Pontefici non si sono contraddetti l’un l’altro, la Chiesa prima del Concilio aveva lo stesso obiettivo della Chiesa dopo il Concilio.

La precisazione di Benedetto XVI comporta una notevole ricaduta sul concetto di secolarizzazione. Si dice spesso che la secolarizzazione moderna è stata resa possibile dal cristianesimo stesso e che è un fatto positivo perché permette una sua purificazione: togliendo Dio dal mondo, la fede diventerebbe finalmente fede, da ideologia che era. Però esaminiamo le cose con pazienza.

La secolarizzazione religiosa è ormai già ampiamente avvenuta e la società cammina come se Dio non fosse. Questo, però, ha comportato anche la secolarizzazione etica, ossia l’estromissione dalla vita sociale, politica e giuridica, dei grandi principi della legge morale naturale. Privatizzata la religione ne è conseguita la privatizzazione della morale: ognuno si dà la propria. Il bello è che a questo si aggiunge la secolarizzazione spirituale e interiore degli stessi credenti. Se uno è costretto ad agire in pubblico come se Dio non fosse, ad organizzare la sua vita come se la morale non fosse, è logico che finirà per organizzare anche la sua vita interiore sul dubbio e lo scetticismo.

Se accettare la secolarizzazione vuol dire accettare che Dio non abbia più niente da dire sulla organizzazione della società, allora prepariamoci ad accettare anche le altre due secolarizzazioni: la babele interesserà anche la morale – come già avviene – ed anche la stessa vita interiore dei credenti – come pure in parte già avviene.
La data di nascita della nuova evangelizzazione, indicata di recente da Benedetto XVI, ci dice allora anche molto sulla sua natura. Essa consiste nel porre Dio al centro di tutto e nel non accettare una secolarizzazione intesa come estromissione di Dio dalla sfera pubblica con l’idea che il suo posto sia nella sfera privata. Tolto dalla sfera pubblica, verrà tolto anche dalla sfera privata: la logica della secolarizzazione è coerente e spietata.


www.vanthuanobservatory.org  7 novembre 2012

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