venerdì 15 giugno 2012

Il “Mondo Nuovo” del prof. Veronesi







di Enzo Pennetta

La società sognata nella prima metà del ‘900 basata sulla teoria di Darwin e sulla sostanziale animalità dell’Uomo, venne descritta in un romanzo dallo scrittore A. Huxley. Adesso il prof. Veronesi ci comunica che l’attuazione del programma è a buon punto.

Brave New World” è il titolo di un romanzo scritto nel 1932 da Aldous Huxley, nipote di Thomas Huxley (il “mastino di Darwin”) e fratello di Julian Huxley (autore della Sintesi moderna del darwinismo e primo presidente dell’UNESCO). Il romanzo prende spunto da un breve saggio dal titolo Daedalus del biologo J.B. Sanderson Haldane, in cui si descrive lo sviluppo della società in seguito all’affermarsi della visione darwiniana del mondo. Come ho scritto in “inchiesta sul darwinismo”:
Haldane espresse le proprie idee sull’eugenetica nel saggio Daedalus: or Science and the Future, del 1924, in cui affrontava gli effetti, poi ripresi da Huxley nell’articolo del 1936, della separazione della funzione sessuale, considerata solo come fonte di soddisfazione psicologica, da quella riproduttiva.
Particolarmente significativa fu la sua amicizia con lo scrittore Aldous Huxley (1894-1963), fratello di Julian, il cui romanzo Brave New World, del 1932, in cui prefigurava una società governata dai principi dell’eugenetica, fu chiaramente ispirato dal lavoro di Haldane.
Con buona pace di chi continua a sostenere che il darwinismo è solo una teoria scientifica, quel programma è oggi in buona parte attuato e quel che ancora manca potrà essere al più presto inserito, il terreno è stato preparato da decenni di propaganda darwinista che ha proposto la sostanziale animalità dell’Uomo e la selezione naturale come principio fondamentale di natura e quindi della società.
A conferma di questa tendenza è giunta l’intervista del prof. Umberto Veronesi pubblicata l’8 giugno su “Sette“, il settimanale delCorriere della Sera e intitolata L’attrazione tra uomo e donna? In futuro sparirà, nel cui sottotitolo possiamo trovare la seguente affermazione:
«Le differenze biologiche rimarranno, ma col tempo si attenueranno», dice il professore. «Il sesso non verrà meno, ma si svilupperanno altre forme di sessualità». E sulla famiglia aggiunge: «Si apriranno nuovi scenari nei futuri assetti sociali. Non necessariamente negativi»
Ecco dunque che si sta realizzando l’auspicata separazione del sesso dalla riproduzione, una separazione fondamentale per poter dare seguito a politiche eugenetiche e, insospettabilmente, di controllo sociale. La società prefigurata nella distopia di Huxley è infatti una società divisa in caste e organizzata in base alle funzioni, senza i tradizionali nuclei familiari alla base, proprio come le società degli insetti.
Ma il prof. Veronesi vuole interpretare pienamente la visione darwinista del mondo e fa la sua parte anche sul versante neomalthusiano:
«Le differenze biologiche rimarranno sempre, ma andranno ad attenuarsi nel tempo. Non parlo di una mutazione, eh. Siamo in campo antropologico. E le cause del cambiamento sono semplici: all’inizio dello scorso secolo eravamo un miliardo, oggi, siamo sette miliardi. È difficile pensare che si possano avere più di due figli per ogni coppia.
Ecco quindi che insieme alla negazione della famiglia tradizionale viene proposto il solito discorso sul controllo delle nascite, come se non fossimo in pieno crollo demografico (vedi CS-Goodbye Malthus). E già che ci siamo il prof. da anche un colpo a favore dei vegetariani, che fa tanto politically correct:
Una volta ha detto che il consumo di carne potrebbe avere effetti tremendi sul pianeta.
«Oggi, sul pianeta, ci sono due miliardi di persone che mangiano carne. Per questa loro alimentazione dobbiamo nutrire quatto miliardi di animali da allevamento. Cosa accadrebbe se tutti e sette i miliardi di esseri umani consumassero carne? Inoltre la carne è un pericolo per l’ambiente: occorrono migliaia di litri d’acqua per produrre un chilo di carne».
Ma l’argomento dell’impronta idrica è uno di quelli un po’ debolucci e viene il sospetto che costituisca solo un pretesto per imporre a tutti le convinzioni dei vegetaariani (vedi CS-Servono 200 litri d’acqua per fare un latte macchiato… Ma quanta ne serve per fare un bicchiere d’acqua?).
La verità è che Veronesi non è vegetariano per nessuno dei motivi pratici che si potrebbero dedurre da queste sue affermazioni, ma per non meglio chiariti motivi “etici”:
Lei da quanto tempo è vegetariano?
«Da alcuni decenni».
È una scelta salutista o etico-animalista?
«È soprattutto una scelta etica».
E così il filo abortista Veronesi sembra commuoversi verso polli e merluzzi… un animo sensibile.
Ma anche l’alimentazione vegetariana dietro un’improbabile compassione verso gallinacci e stoccafiissi sembra aprire degli spiragli su una cultura New Age che è quella che poi si respira nella distopia di Huxley. Da un blog segnalato nei commenti su CS un qualche giorno fa leggiamo:


E così, con la promozione dell’alimentazione vegetariana e vegana, si arriva nel New Age dell’alimentazione pranica.
Benvenuti nel “Mondo Nuovo”.






www.enzopennetta.it

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