martedì 3 aprile 2012

Paolo VI: il cristianesimo è fedeltà







Non si può ideare un cristianesimo nuovo per rinnovare il cristianesimo; bisogna essergli tenacemente fedeli. E questa stabilità nell’essere, con questa sua continuità nel movimento e nello sviluppo, questa coerenza esistenziale, propria d’ogni essere vivente, non si può qualificare reazionaria, oscurantista, arcaica, sclerotica, borghese, clericale, o con altro titolo dispregiativo, come pur troppo certa moderna letteratura la definisce, per la fobia di tutto ciò che è del passato, o per la diffidenza di tutto ciò che il magistero della Chiesa fa oggetto di fede; la verità è così: rimane; la Realtà divina, che in essa si contiene, non si può modellare a piacimento, s’impone. Questo è il mistero: chi ha la fortuna di entrarvi mediante la fede e la carità, ne gode indicibilmente; ha qualche ineffabile esperienza della effusione dello Spirito Santo.




(Servo di Dio Paolo VI, dall’Udienza generale del 12 agosto 1970)


da Continuitas

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