mercoledì 21 marzo 2012

Messa strapazzata: per i sacerdoti che celebrano in fretta






di Don Dolindo Ruotolo,

Noi facciamo in fretta quello che ci dà fastidio, quello che ci è di peso. Il tempo ci sembra lungo, come sembra interminabile una strada che si ha fretta di attraversare. Quando si tratta con una persona noiosa, pur se si deve parlare di un affare importante, si affretta la conversazione per liberarsene. Il dire la Messa in fretta è il segno più autentico del nessuno amore che il Sacerdote ha per Gesù, ed è quindi per Gesù un peso sul suo Cuore Divino.

 Egli si dona per infinito amore e con infinito amore, come si donò nell’ultima Cena; per questo amore infinito la sua delizia è il conversare coi figliuoli degli uomini. L’Evangelo ci dice che desiderò con desiderio grande di stare con gli Apostoli, e che avendoli amati, li amò sino alla consumazione di questo amore. Né gli Apostoli né Lui avevano fretta: gli Apostoli, ancora rozzi, facevano cena, e a pranzo nessuno ha fretta; Gesù si donava loro con infinito amore, e voleva a lungo trattenersi con loro.

Uno solo aveva fretta di uscire dal Cenacolo, ed era Giuda; per uno solo Gesù stesso sembrava avere fretta, ed era Giuda. Ciò che fai, fallo presto, gli disse Gesù, addolorato sino alla morte, avendo detto in un’intima angoscia del Cuore: In verità, in verità vi dico, lino di voi mi tradirà. Aveva fretta il traditore, perché doveva complottare con gli Scribi e i Farisei; aveva fretta Gesù di liberarsene, perché quel traditore era per il suo Cuore un’angoscia mortale.

 Quando il Sacerdote va all’Altare con fretta, e acciabatta, è pieno di pensieri del mondo, è privo di amore, celebra per un vile interesse, vende il suo Maestro e lo tradisce nel momento stesso nel quale dovrebbe amarlo nell’azione più grande di amore. Egli sta all’Altare, è vestito dei paramenti sacri, compie l’azione sacra del più sublime amore, ha l’apparenza dell’azione amorosa, ma non fa che dare un bacio di tradimento. Un bacio segnale di tradimento, un bacio pagato con l’elemosina che raccoglie dalla Chiesa dove celebra.

Giuda ebbe i trenta denari in moneta sacra del Tempio, e per quella moneta tradì Gesù. Stette nella Cena con la fretta di compiere il tradimento, stette nella Cena per assicurarsi che il Maestro andasse nell’Orto, e Gesù dovette dirlo, per darvi convegno agli Apostoli, capì che andava a pregare in quell’Orto, e aveva fretta di avvisarne il Sinedrio: Andate a catturarlo, e conducetelo con cautela perché non vi sfugga.

 Perché il Sacerdote ha fretta nella Messa? Perché ha l’appuntamento col mondo, perché ha da sbrigarsi per i suoi interessi materiali, perché rifugge dall’amore di Gesù. Anche il bacio traditore Giuda lo diede in fretta, perché non poteva attardarsi su quel volto divino che odiava, non poteva sopportare l’effluvio di amore che spandeva intorno, perché voleva sfuggire a quell’occhio, che intravide al chiarore delle fiaccole, e che gli penetrava l’anima peccatrice.

 Il Sacerdote sente il rimorso della propria indegnità, l’Ostia divina è come occhio che lo guarda e lo rimprovera: Amico, a che sei venuto all’Altare? Con un bacio, con un’azione sacra di amore tradisci il tuo Redentore? Giuda ebbe fretta nel Cenacolo ed ebbe fretta anche nel sopprimersi. Andò a gettare le monete nel Tempio, e andò in fretta a strangolarsi! Il Sacerdote che ha fretta, trova anche lui il laccio delle passioni impure, vi si lega, si sospende all’albero della impurità, muore alla grazia, e i suoi visceri si commuovono nella morte dei sensi: crepuit medius.

 O Gesù, o Gesù, converti i Sacerdoti frettolosi, e fa’ che gustando il tuo amore, cerchino sull’Altare la gioia della tua compagnia, e il caldo della tua carità.

 Napoli, 15 dicembre 1956

Nessun commento:

Posta un commento