venerdì 7 ottobre 2011

Beata Vergine del Rosario. Il Papa: riscoprire questa preghiera mariana come via per un incontro personale con Cristo






La Chiesa celebra oggi la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Una ricorrenza istituita da San Pio V per commemorare la vittoria dei cristiani nel 1571 a Lepanto contro la flotta ottomana; un’occasione per riproporre a tutti i fedeli la pratica di questa preghiera.



di Sergio Centofanti

Il Rosario “non è una pratica relegata al passato”, anzi sta conoscendo “una nuova primavera”: lo afferma il Papa che, mercoledì scorso all’udienza generale, ha invitato a riscoprire il valore di questa preghiera mariana “come via per un incontro personale con Cristo”. Si tratta di una preghiera semplice ma profonda, una preghiera per tutti:

“Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti. E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è ‘arma’ spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”. (Omelia della Messa a Pompei, 19 ottobre 2008)

Questa preghiera nasce nel 1200 con San Domenico di Guzmán: il fondatore dell’Ordine dei Predicatori, per aiutare i fedeli a vivere la fede, insegna a meditare sui misteri dell’Incarnazione. E’ il primo nucleo dell’Ave Maria che si svilupperà in modo completo solo più tardi. Benedetto XVI esorta a fare del Rosario una “preghiera d'ogni giorno” in un “fiducioso abbandono nelle mani di Dio”, capace di guarire i cuori più feriti:

“Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria”. (Riflessione a conclusione del Rosario a Santa Maria Maggiore, 3 maggio 2008)

Il saluto dell’Angelo a Nazaret, "Ave Maria", più correttamente – spiega il Papa – andrebbe tradotto dal greco “Rallegrati Maria”. Le prime parole del Nuovo Testamento sono parole di gioia, perché il Vangelo è Buona Notizia per chi crede. Il Papa spiega quindi perché Maria sia Beata:

"E' Beata perché ha creduto: per la fede, infatti, ha accolto la Parola del Signore e ha concepito il Verbo incarnato. La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade”. (Riflessione a conclusione del Rosario in Piazza San Pietro, 31 maggio 2008)

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