mercoledì 28 settembre 2011

Ogni 5 minuti un cristiano viene ucciso


di Luca Caruso

Rai Vaticano | 27 Settembre, 2011


Sono 105mila i cristiani uccisi ogni anno nel mondo a motivo della loro fede, uno ogni cinque minuti. Una cifra impressionante, intorno alla quale si è discusso durante il convegno di sabato scorso presso l’aula magna della Pontificia Università Lateranense. Emblematico il titolo, che riprende le parole del messaggio della Madonna a Fatima nel 1917: “«I buoni saranno martirizzati» – La persecuzione ai cristiani nel secolo XXI”.

L’appuntamento – cui sono intervenuti mons. Luigi Negri, Massimo Introvigne, padre Bernardo Cervellera e Magdi Cristiano Allam, insieme a un numeroso uditorio – ha inteso celebrare i 20’anni dell’associazione Luci sull’Est, nata nel 1991 per promuovere e sostenere i valori fondanti della cristianità nella vita di tutti i giorni, specie tra le popolazioni duramente provate dalla dittatura comunista. In apertura dell’incontro Julio Loredo, portavoce di Luci sull’Est, ha ricordato come “nel suo discorso alla Curia il 20 dicembre 2010, Benedetto XVI ha utilizzato per la prima volta il termine ‘cristianofobia’, a segnalare la gravità di un fenomeno su cui troppe volte si è preferito chiudere gli occhi: la feroce persecuzione che colpisce i cristiani nel mondo di oggi, specie nei Paesi a maggioranza musulmana”.

Vittime e carnefici.

“Da Gesù Cristo al 2000 si contano 70 milioni di martiri cristiani, 45 milioni dei quali solo nel XX secolo, da Giovanni Paolo II definito ‘il secolo dei martiri’” – afferma il sociologo Massimo Introvigne, rappresentante per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione presso l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, citando una statistica di David Barrett. Il massacro è proseguito al ritmo di 160mila cristiani l’anno nel primo decennio del XXI secolo, mentre sono 105mila i martiri stimati per il 2011, uno ogni 5 minuti.

“Ma chi sono i loro assassini? - si è chiesto Introvigne -. Di essi, persone potenti che comprano i nostri buoni del Tesoro, con cui facciamo commerci, da cui dipendiamo per le fonti energetiche, non si può parlare. Ne parla quasi esclusivamente il Papa, chiedendo la libertà religiosa e la fine della persecuzione dei cristiani”. “Nel suo discorso al Corpo diplomatico nel gennaio 2011 – ha ricordato il sociologo –, il Papa ha fatto una mappa. Vi sono quattro gruppi che perseguitano i cristiani: il fondamentalismo islamico, specie in Pakistan; i Paesi totalitari di stampo comunista, come Corea del Nord e Cina; i nazionalismi religiosi, come in India e Indocina. Infine il fenomeno in Occidente: si parte dall’intolleranza, si passa alla discriminazione, poi si arriva all’aggressione e alla violenza. In Francia – secondo la polizia locale – ogni due giorni v’è un attacco ad una chiesa”. “Il panorama è molto triste – ha concluso Introvigne –, ma dobbiamo sapere che il mondo ci odia perché oscuramente sa che alla fine vinceremo noi”.

Ideologia e martirio.

“Nel martirio dei cristiani si esprime in maniera straordinaria quella potenza del principe delle tenebre che combatte fin dal primo giorno nei confronti di Cristo e del suo regno”, riflette mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro. “Il martirio – ha proseguito il presule – nasce da un’impossibilità di cogliere l’evento di Cristo dentro il quadro dell’ideologia”, che è “il tentativo dell’uomo di comprendere se stesso e la realtà sulla base delle proprie capacità intellettuali, morali e politiche”. Per tutte le ideologie “l’uomo è Dio a se stesso” e “la verità ideologica si afferma nell’esclusione dell’altro”. “L’ideologia che domina il nostro mondo è particolarmente forte – denuncia Negri –, è l’ideologia del progresso tecnologico scientifico, è l’ideologia delle sette protestanti radicali, animate da un odio feroce verso il cattolicesimo, che combattono strappando uno ad uno i nostri migliori per inserirli dentro strutture ampiamente evolute dal punto di vista economico, perché si servono di enormi mezzi messi a disposizione dalle logge massoniche inglesi e americane e dalla grande finanza di matrice ebraica”.

Un “potere decisamente anticattolico” che, tessendo “alleanze inedite e per certi aspetti incomprensibili” con l’islamismo, “vuole anzitutto distruggere Cristo e la Chiesa”, vista come un “cancro che da 2000 anni affligge l’umanità, con la sua pretesa di legare l’uomo a Dio”. Si tratta di “un’opposizione radicale ed insanabile fra l’ideologia fondata sull’autosufficienza dell’uomo e la fede cattolica che professa solo nella misericordia di Dio la possibilità della salvezza”. Questa “improvvisa e terribile stagione di martirio” deve però spingere i cristiani ad un “ripensamento” sulla propria “identità e responsabilità di fronte al mondo”, ha esortato Negri. Per poi concludere: “I martiri ci sono e ci costringono ad essere cristiani autentici, appassionati testimoni di Cristo, inesorabili comunicatori della sua vita divina a tutti gli uomini che incontriamo nel nostro cammino quotidiano”.

Rinascita della fede in Cina.

Padre Bernardo Cervellera, direttore di Asianews e tra i massimi conoscitori della realtà cinese, testimonia “che la Cina è cambiata tantissimo, per sviluppo, eleganza, ricchezza, ma la persecuzione religiosa è rimasta sempre quella. Il progetto di una Chiesa indipendente nazionale continua infatti dal 1958 ad oggi”. Ordinazioni illecite, vescovi imprigionati, “la situazione è molto dura – narra il religioso – perché vescovi ufficiali e sotterranei sono controllati, spesso condotti a convegni nei quali si esalta la politica del partito comunista”. Eppure, sostiene Cervellera, “in Cina c’è una grande rinascita religiosa”. “Il materialismo sta sbriciolandosi di fronte alla richiesta fortissima di valori spirituali”, nota. “Ci sarebbero almeno 150mila battesimi all’anno di adulti cattolici. Mentre il governo continua a predicare che ricchezza e potere sono la cosa più importante, c’è ancora molta gente che cerca la Verità, la fede”.

Ecco allora il motivo della persecuzione: “finché i bisogni sono quelli materiali, il partito ha in mano l’uomo. Ma quando il bisogno diventa spirituale, il partito non sa che cosa fare, tu diventi libero e sfuggi al suo controllo, perché c’è una parte di te su cui il partito non ha potere”. Mentre “l’uomo che non ha la dimensione religiosa può essere ghermito facilmente, perché è un oggetto nelle mani del potere”, “la religione assicura un fondamento alla dignità della persona, dei diritti inalienabili che lo stato gli deve riconoscere”. Ancora oggi, tuttavia, “il partito comunista cinese viene sostenuto soprattutto dall’Occidente, perché tutti si inchinano al potere economico cinese, hanno bisogno dei fondi monetari della Cina. Tutti allora tacciono sull’aspetto dei diritti umani”.

Cristianesimo e Islam.

Secondo Magdi Cristiano Allam, giornalista ed eurodeputato, musulmano convertitosi al cattolicesimo e battezzato da Benedetto XVI la vigilia di Pasqua del 2008, “v’è un rapporto di interdipendenza tra la fragilità interna al cristianesimo là dove i cristiani sono maggioranza, e la loro persecuzione dove sono minoranza. Per Allam, in Cina, India, Corea del Nord la persecuzione dei cristiani avviene per ragioni ideologiche, nel caso dell’Islam, invece, per cause religiose. “L’Islam considera ebraismo e cristianesimo come delle deviazioni dalla retta via, e gli ebrei e i cristiani come degli eretici. L’Islam si pone come sigillo della profezia e si considera come l’unica, vera religione. Pertanto la conversione all’Islam di ebrei e cristiani è la ragione stessa della sua presenza”. “Oggi – continua Allam – si sta ripetendo quello che accadde nel VII secolo, dove la sottomissione all’Islam di popolazioni e territori cristiani avvenne sia per l’aggressività degli eserciti islamici – furono perpetrati massacri e stragi – sia soprattutto per la fragilità interna alle comunità cristiane”.

"Non è un caso che Benedetto XVI abbia deciso di promuovere un dicastero per la nuova evangelizzazione colla consapevolezza che questa nostra Europa e l’Occidente si è a tal punto scristianizzato da necessitare di essere rievangelizzato”, osserva il giornalista. Allam ha anche rievocato che nel 2004, in una lectio magistralis sulla nascita e l’evoluzione dell’Europa, l’allora cardinale Ratzinger parlò di un “Occidente che odia se stesso, evidenziando che esso è più incline a salvaguardare le istanze altrui che non a difendere la propria fede, i propri valori, la propria identità. Lo stesso cardinale notò che se si oltraggia un’altra religione tutti si indignano e condannano, se invece si oltraggia il cristianesimo, la Chiesa e il Papa, solo in questo caso si dice che è libertà d’espressione”.

“Alla base della nostra fragilità – ritiene Allam – c’è il venir meno delle nostre radici, della nostra fede, dei valori non negoziabili, della nostra identità, della nostra civiltà. Ci concepiamo come se fossimo una landa deserta e inevitabilmente finiamo per essere percepiti come una terra di conquista. O saremo in grado di riconquistare la certezza di chi siamo – avverte –, oppure inesorabilmente finiremo per scomparire come civiltà, perché piaccia o meno la nostra civiltà si fonda sul cristianesimo”. “La nostra missione è quella di dare un’anima all’Italia, all’Europa, all’Occidente, al mondo” esorta Allam. Contro le pretese di “un’ideologia capital-comunista che idolatra il dio denaro”, ha concluso, “dobbiamo essere capaci di testimoniare Gesù Cristo”.

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