giovedì 1 settembre 2011

La musica come linguaggio per comunicare la fede



La musica rappresenta "un linguaggio privilegiato per comunicarela fede della Chiesa" e "per aiutare il cammino di fede" dei credenti.Lo ha ricordato Benedetto XVI al termine del concerto offertoglidal cardinale Domenico Bartolucci nel pomeriggio di mercoledì 31 agosto, nel cortile del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.


Signori Cardinali
Venerati Fratelli nell'Episcopato e
nel Sacerdozio,
Cari Amici,

questa sera ci siamo immersi nella musica sacra, quella musica che, in modo del tutto particolare, nasce dalla fede ed è capace di esprimere e comunicare la fede. Grazie allora agli splendidi esecutori: ai due Soprani, al Baritono, al Maestro Baiocchi, al "Rossini Chamber Choir" di Pesaro e all'Orchestra Filarmonica Marchigiana, come pure agli organizzatori e alle autorità che hanno reso possibile l'evento. In mezzo alle attività quotidiane, ci avete offerto un momento di meditazione e di preghiera, facendoci intuire le armonie del cielo. Un grazie affettuoso e speciale all'autore dei brani che abbiamo ascoltato, il Maestro Cardinale Domenico Bartolucci. Grazie eminenza, per avermi donato questo concerto e aver composto, per l'occasione, il pezzo Benedictus a me dedicato come preghiera e ringraziamento al Signore per il mio ministero.

Il Maestro Cardinale Bartolucci non ha bisogno di presentazioni. Vorrei solo accennare a tre aspetti della sua vita, che lo caratterizzano in modo evidente - oltre al suo fiero spirito fiorentino - e cioè: la fede, il sacerdozio e la musica.
Caro Cardinale Bartolucci, la fede è la luce che ha orientato e guidato sempre la sua vita, che ha aperto il suo cuore per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; ed è da essa che è scaturito anche il suo modo di comporre.

Certo Lei ha avuto una solida formazione musicale ricevuta nel Duomo fiorentino, nel Conservatorio di Firenze, nel Pontificio Istituto di Musica Sacra, con grandi didatti, tra i quali Vito Frazzi, Raffaele Casimiri, Ildebrando Pizzetti. Ma la musica è per lei un linguaggio privilegiato per comunicare la fede della Chiesa e per aiutare il cammino di fede di chi ascolta le sue opere; anche attraverso la musica lei ha esercitato il suo ministero sacerdotale. Il suo modo di comporre si inserisce nella scia dei grandi autori di musica sacra, in particolare della Cappella Sistina di cui è stato per molti anni direttore: la valorizzazione del prezioso tesoro che è il canto gregoriano e l'uso sapiente della polifonia, fedele alla tradizione, ma aperto anche a nuove sonorità.

Caro Maestro, questa sera, con la sua musica, ci ha fatto rivolgere l'animo a Maria con la preghiera più cara alla tradizione cristiana, ma ci ha fatto anche riandare all'inizio del nostro cammino di fede, alla liturgia del battesimo, al momento in cui siamo divenuti cristiani: un invito a dissetarci sempre all'unica acqua che estingue la sete, il Dio vivente, e ad impegnarci ogni giorno a rigettare il male e a rinnovare la nostra fede, riaffermando "Credo"!

"Christus circumdedit me", Cristo mi ha avvolto e mi avvolge: questo mottetto riassume la sua vita, il suo ministero e la sua musica, caro Signor Cardinale. Rinnovo allora il mio grazie a Lei, ai due Soprani, al Baritono, al Direttore e ai complessi corali e orchestrali e volentieri imparto la mia Benedizione Apostolica. Grazie.



L'Osservatore Romano 2 settembre 2011

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