domenica 4 settembre 2011

Discorso del card. Bartolucci




Il discorso del card. Bartolucci rivolto al Papa in occasione di un concerto tenutosi nei giorni scorsi a Castel Gandolfo.



Beatissimo Padre,
sono qui a ringraziare Vostra Santità per tutto quello che ha fatto e sta facendo per ridare nobiltà e splendore alla Santa Liturgia della Messa per quanto riguarda la musica che voglia veramente essere consona al sacramento del Sacrificio Eucaristico.

Come non ricordare il cantico “Et, hymno dicto, exierunt in montem Olivarum” che Gesù cantò nell’Ultima Cena insieme agli apostoli nel cenacolo dopo la prima Messa. Certo, quell’antico bellissimo inno, non poté non accrescere una santa profonda commozione interiore in quegli straordinari cantori. È la stessa cosa oggi.

Ecco, Beatissimo Padre, io sono qui a ringraziare Vostra Santità per il forte richiamo all’uso della musica delle celebrazioni odierne della Santa Messa. Io sono certo che l’aver richiamato un musicista a far parte del Collegio Cardinalizio ha voluto essere un richiamo all’uso della musica sacra nella Sacra Liturgia.

Il concerto di oggi è soprattutto l’esecuzione del mio lavoro “Baptisma” sul testo preciso dell’antico rito del Battesimo. Mi piace ricordare che proprio questo breve lavoro, definito “poemetto sacro”, fu commissionato a me dal collegio dei professori dell’Istituto Pontificio di Musica Sacra ed eseguito nell’aula magna dello stesso istituto. Mi piace ricordare anche, che dopo l’esecuzione, l’anno dopo fui nominato professore di composizione e direzione polifonica dello stesso istituto; fui nominato maestro di cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore. Nell’anno appresso vicemaestro, con Perosi, alla Cappella Sistina. Alla morte del Maestro nel ’56 nominato da Papa Pacelli, Pio XII, maestro direttore perpetuo.

Poi i tempi, purtroppo, cambiarono. Ma oggi si nota con soddisfazione un vero e proprio risveglio da parte di tanti giovani che vogliono rivivere la bellezza della Messa in latino, il maggior frutto spirituale che ne deriva, cioè grande grandissimo conforto. E ci da a sperare in un futuro liturgico quale Vostra Santità certamente desidera. Ne ringraziamo il Signore, che vorrà aiutare tutti coloro che si stanno impegnando per la serietà della musica sacra. Confido fermamente, con l’aiuto di Dio, ci sarà il vero ritorno alla bimillenaria tradizione della musica sacra.
Grazie Santità!

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