sabato 2 aprile 2011

Attirerò tutti a me


di Paolo Risso


Narra l'evangelista san Giovanni (cf Gv 3,13-17), che Gesù affermò davanti a Nicodemo, il dottore della legge andato da Lui di notte: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Ormai vicino alla sua ultima ora, Gesù fa una promessa: «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Questo diceva - commenta l'Evangelista - per indicare di quale morte Egli doveva morire (cf Gv 12,32-33).

Gesù ha la certezza di compiere un olocausto di adorazione a Dio e di espiazione dei peccati degli uomini, olocausto da cui verrà per Lui una grande attrazione d'amore e un grande trionfo sull'umanità, un trionfo unico, che nessun altro mai potrà avere. Così è stato, dovunque Gesù è giunto, dovunque il Crocifisso è stato innalzato. Così, a ben leggere la storia, e anche oggi.
Ci si dimeni dove si vuole: è Lui - solo Lui, Gesù solo! - il Vincitore. "Victor quia victima", come illustra sant'Agostino.

L'Ordine del Crocifisso

Esaltazione perciò della croce di Cristo, come dice il nome della festa di metà settembre, quasi Venerdì Santo e Pasqua di Risurrezione, all'inizio dell'autunno, quando l'Anno Liturgico volge verso la conclusione e pare esserci bisogno di richiamare, per il nostro impegno di santità, quanto rimane sempre fecondo il Sacrificio del Redentore, al di là di ogni debolezza, di ogni scoraggiamento, di ogni solitudine.

Ma oggi, guardandoci attorno senza occhi bendati da facile ottimismo, sembra realizzarsi quanto fu scritto fin dal 1819-20, da forze avverse a Lui: «Il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della rivoluzione francese, cioè l'annichilimento del Cattolicesimo e perfino dell'idea cristiana, il seppellimento della Chiesa».
All'inizio del secolo XX, quando questo pensiero - con il modernismo - cominciava a dilagare anche all'interno degli uomini di Chiesa, distruggendo la Fede con il ridurre la Verità assoluta ed eterna a sentimento e opinione, un giovane convertito dall'anglicanesimo, Robert Hugh Benson (1871-1914), vide e previde lo sfacelo cui tale pensiero avrebbe portato all'interno stesso dei credenti. Scrittore brillante, diventato sacerdote cattolico e apostolo della Verità, nel 1906 scrisse un romanzo, II padrone del mondo, di singolare realismo e attualità a distanza di un secolo, oggi, in cui solo i ciechi o gli ingenui potrebbero negare lo sfacelo in cui siamo finiti («lo scatafascio» - diceva San Pio da Pietrelcina).

Nel romanzo di padre Benson, il Papa domanda al sacerdote protagonista, padre Franklin: «Ebbene, che cosa dobbiamo fare?». Padre Franklin risponde: «Santo Padre, la Messa, il Rosario, la preghiera. Queste sono le prime e le ultime cose. II mondo nega la loro potenza e invece è in tutto questo che il cristiano deve cercare appoggio e rifugio. Tutte le cose in Gesù Cristo: in Gesù ora e sempre. Nessun altro può servire: Gesù solo!».
II Papa lo incoraggia: «Sì, figlio mio, dite con franchezza». Padre Franklin risponde: «Santità, ho un vecchio disegno ... antico quanto Roma. L'ideale dei pazzi. Un nuovo Ordine religioso, senza abito o distintivo particolare, soggetto direttamente alla Santità vostra. Più libero dei gesuiti e più penitente dei certosini. Uomini e donne che fanno i tre voti e in più dichiarano la loro disponibilità a ricevere il martirio, se Dio lo vuole. Il Cristo Crocifisso ne sarà il Patrono».

Ebbene, oggi all'inizio del III millennio, ogni cattolico, laico o sacerdote che sia, in forza del proprio Battesimo e della propria Cresima, deve prendere coscienza e sentire che è arruolato in quest'Ordine che è e può essere di tutti, che dovrà essere l'avanguardia, quasi la punta di diamante per proclamare, con lo studio, con la preghiera, con la retta Dottrina del Credo Cattolico, con la Messa ("la Messa Romana!"), con il sacrificio, con le opere e con la vita, la Verità e la pedagogia divina del Crocifisso, per riportare il mondo a Lui.

Alla scuola di Gesù, è chiaro ciò che dobbiamo fare: per attrarre le anime, le famiglie, la gioventù, i popoli a Lui, occorre che innalziamo il Crocifisso, e che esaltiamo la Croce di Cristo. Occorre che torniamo a mettere in primo piano, al centro di tutto, Gesù Crocifisso ed Eucaristico, ciò che proprio oggi non si fa.
Purtroppo, non diciamo nulla di nuovo a constatarlo, certa azione di oggi, cosiddetta catechetica o pastorale, si riduce di fatto alla dimenticanza, anzi alla negazione del Crocifisso, della Verità che è di Lui, e di quelle Verità che sono strettamente legate a Lui. Di lì, l'evanescenza totale di questa azione.

Il Paradiso è Gesù

È solo Gesù Crocifisso ed Eucaristico che attira, conquista, trasforma e rinnova tutto. É solo Gesù Crocifisso che salva. Le conseguenze da trarre sono enormi, nel pensiero, nell’azione, nell’impostazione di tutta la nostra opera. Noi crediamo a Gesù, alla sua promessa, alla sua Verità e alla sua divina pedagogia, alla sua attrazione di amore: «Quando sarò innalzato da terra [sulla croce], attirerò tutti a me». Mistero di dolore e di morte, sintesi suprema di sacrificio e di esaltazione, come la festa dell’Esaltazione della Croce ci insegna. Anche oggi, è operante questa mirabile attrazione di amore da parte di Gesù Crocifisso ed Eucaristico: oggi nel secolo XXI. Quando, oggi, incredibile ma vero, scopriamo dei giovani ventenni che vivono del Cristo, nella santa Tradizione Cattolica - non certo nel modernismo né secondo i “novatori”, che questi non producono nulla - noi tocchiamo con mano che è soltanto Gesù Crocifisso ed Eucaristico, Gesù solo, che attira e si riserva per sé i suoi amici e i suoi apostoli, nonostante i "novatori" irritati e preoccupati che ragazzi così siano sfuggiti dalle loro mani.

Anche oggi i non-credenti (sono non-credenti pure i modernisti!) sono costretti a porsi la domanda che il conte di Montalembert, esperto della storia, si poneva: «Ma chi è mai questo Cristo, che appeso al patibolo più infame degli schiavi, da 2000 anni continua ad attirare a sé la gioventù e l'amore?».
Laicismo, comunismo, ateismo fuori dalla Chiesa, modernismo in mezzo agli uomini di Chiesa, hanno provocato questo oscuro inverno che sembra interminabile, ma non smentiranno la promessa di Gesù: «Attirerò tutti a me». Dalle sue piaghe sanguinanti, dal suo cuore squarciato, dal nostro stile di vita con opere e anche con lacrime di sangue. Unito tutto al suo Sacrificio, la primavera verrà. Dobbiamo affrettarla, far presto a farla sbocciare.
La primavera è Gesù che regna già su questa terra. «Bisogna infatti che egli regni» (1Cor 15,25), nella Verità tutta intera, nell'adorazione che a Lui solo è dovuta, nell'immolazione che Egli merita come contraccambio di amore (la "redamatio"), nella purezza e nella verginità, nella dedizione assoluta. Poi, per ognuno di noi, meritato dalla Croce di Cristo cui associamo la nostra fedeltà e corrispondenza, ci sarà il Paradiso.

Al piccolo Guido di Fontgalland, morente a undici anni, nel gennaio 1925, fu domandato: «Come te lo immagini il Paradiso?». Guido rispose: «Io non me lo immagino, il Paradiso. Io so com'è. Il Paradiso è Gesù».
Noi non abbiamo, in fondo, che un sogno il cui compimento sarà la risposta definitiva e adeguata alle domande "profonde": "Perché la vita? Perché il dolore? Perché la morte? Come costruire il mondo e quale sarà il suo ultimo destino?". Questa risposta l'ha data Gesù Crocifisso al buon ladrone pentito ed è il sogno che vogliamo compiuto per noi e per i nostri fratelli: «Oggi sarai con me nel Paradiso» (Lc 23,43).

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, n.12 - 27 marzo 2011

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