martedì 8 febbraio 2011

«Internet strumento utile per i seminari»

di Massimo Introvigne
08-02-2011

L’educazione e la formazione «costituiscono oggi una delle sfide più urgenti che la Chiesa e le sue istituzioni sono chiamate ad affrontare». Lo ha ricordato Benedetto XVI rivolgendosi il 7 febbraio alla Plenaria della Congregazione per l’Educazione Cattolica, in un ampio discorso dove ha toccato tutti i temi relativi alle istituzioni educative cattoliche, dalle scuole per i più piccoli fino ai seminari e alle università.

Come il Papa aveva affermato nella Lettera alla diocesi e alla città di Roma del 21 gennaio 2008, celebre per avere lanciato l’espressione «emergenza educativa», che ha ripreso nel discorso del 7 febbraio, se è vero che educare non è mai stato facile, oggi ci sono difficoltà particolari, e «l’opera educativa sembra diventata sempre più ardua perché, in una cultura che troppo spesso fa del relativismo il proprio credo, viene a mancare la luce della verità, anzi si considera pericoloso parlare di verità, instillando così il dubbio sui valori di base dell’esistenza personale e comunitaria».

Se l’emergenza educativa riguarda tutti i tipi di scuola, il Papa invita a non dimenticare le istituzioni scolastiche specificamente cattoliche, oggi spesso in difficoltà e qualche volta lasciate sole. Invece, «è importante il servizio che svolgono nel mondo le numerose istituzioni formative che si ispirano alla visione cristiana dell’uomo e della realtà». Infatti è specialmente, anche se non esclusivamente, nella scuola e nelle istituzioni accademiche cattoliche che il fedele cattolico testimonia che «educare è un atto d’amore, esercizio della “carità intellettuale”, che richiede responsabilità, dedizione, coerenza di vita».

Tra le tante istituzioni educative cattoliche, poi, «senza dubbio, il seminario è una delle più importanti per la vita della Chiesa». Oggi il seminario esige «un progetto formativo che tenga conto del contesto», dominato dal relativismo e dal rifiuto della nozione di verità. Riprendendo temi proposti la settimana scorsa agli specialisti di vocazioni e ai religiosi, il Papa ricorda ancora una volta il primato della vita spirituale, necessario anche nei seminari: «per questo tempo destinato alla formazione, è richiesto un certo distacco, un certo “deserto”, perché il Signore parla al cuore con una voce che si sente se c’è il silenzio (cfr 1Re 19,12)». In seminario, nello stesso tempo, «è richiesta anche la disponibilità a vivere insieme, ad amare la “vita di famiglia” e la dimensione comunitaria che anticipano quella “fraternità sacramentale” che deve caratterizzare ogni presbiterio diocesano (cfr Presbyterorum ordinis, 8) e che ho voluto richiamare anche nella mia recente Lettera ai seminaristi: “sacerdoti non si diventa da soli. Occorre la ‘comunità dei discepoli’, l’insieme di coloro che vogliono servire la comune Chiesa”».

Benedetto XVI, che si è occupato di Internet in modo approfondito nel suo Messaggio per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali reso pubblico il 24 gennaio scorso, e di cui La Bussola Quotidiana ha dato ampio conto, ha parlato anche dell’uso di Internet nei seminari, su cui è in preparazione – ha detto – uno specifico documento. «Internet, per la sua capacità di superare le distanze e di mettere in contatto reciproco le persone, presenta grandi possibilità anche per la Chiesa e la sua missione. Con il necessario discernimento per un suo uso intelligente e prudente, è uno strumento che può servire non solo per gli studi, ma anche per l’azione pastorale dei futuri presbiteri nei vari campi ecclesiali, quali l’evangelizzazione, l’azione missionaria, la catechesi, i progetti educativi, la gestione delle istituzioni. Anche in questo campo è di estrema importanza poter contare su formatori adeguatamente preparati perché siano guide fedeli e sempre aggiornate, al fine di accompagnare i candidati al sacerdozio all’uso corretto e positivo dei mezzi informatici».

Nessun commento:

Posta un commento