giovedì 27 gennaio 2011

Preghiera di Sant'Angela Merici


Dalla Regola di Sant'Angela Merici, fondatrice della Compagnia di Sant'Orsola, affinché le sue figlie divengano "vere e intatte spose del Figlio di Dio".


"E per dare materia e qualche avvio anche all'orazione mentale, esortiamo ognuna ad innalzare la mente a Dio, e ad esercitarsi ogni giorno e, in questo od in altro modo simile, dire nel segreto del proprio cuore:

Signor mio,illumina le tenebre del mio cuore,
dammi la grazia di morire piuttosto che offendere oggi stesso la tua divina Maestà.
E rendi sicuri i miei affetti e i miei sensi, così che non deviino né a destra né a sinistra,
nè mi distolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento ogni cuore afflitto.
Ahi! Misera me che, entrando nel segreto del mio cuore, dalla vergogna non oso alzare gli occhi al cielo;
merito infatti di essere divorata da viva nell'inferno, poiché vedo in me tanti errori, tante bruttezze e tendenze riprovevoli, come spaventose fiere e figure mostruose.
Sono, dunque, costretta, giorno e notte, andando, stando, operando, pensando, a confessarmene ad alta voce e a gridare verso il cielo, chiedendo misericordia e il tempo per fare penitenza.
Degnati, o benignissimo Signore, di perdonarmi tante offese, e ogni mio fallo che mai abbia commesso fino ad ora dal giorno del santo battesimo.
Degnati di perdonare i peccati, ahimè, anche di mio padre e di mia madre, e dei miei parenti ed amici, e del mondo intero.
Te ne prego per la tua sacratissima passione e per il tuo sangue prezioso sparso per amor nostro; per il tuo santo nome: sia esso benedetto sopra la rena del mare, sopra le gocce delle acque, sopra la moltitudine delle stelle.
Mi dolgo d'essere stata tanto lenta a incominciare a servire la tua divina Maestà.
Ahimè! Finora non ho mai sparso neppure una piccola goccia di sangue per amor tuo,
e nemmeno sono stata obbediente ai tuoi divini precetti,
e ogni avversità mi è stata aspra per il mio poco amore per te.
Signore, in luogo di quelle misere creature che non ti conoscono,
né si curano di partecipare ai meriti della tua sacratissima passione,
mi si spezza il cuore,
e volentieri (se lo potessi) darei io stessa il mio sangue per aprire la cecità delle loro menti.
Perciò, Signore mio, unica vita e speranza mia,
ti prego: degnati di ricevere questo mio cuore vilissimo ed impuro,
e di bruciare ogni suo affetto e ogni sua passione nell'ardente fornace del tuo divino amore.
Ti prego: ricevi il mio libero arbitrio,
ogni atto della mia volontà, la quale da sé, infetta com'é dal peccato, non sa discernere il bene dal male.
Ricevi ogni mio pensare, parlare ed operare;
insomma: ogni cosa mia, tanto interiore quanto esteriore.
Tutto questo io offro ai piedi della tua divina Maestà.
E ti prego, degnati di riceverlo, benché io ne sia indegna.
Amen".



dalle Regole, V 15-44

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